Alla Camera volano stracci sul salario minimo. L’Aula di Montecitorio ha respinto con 149 voti contrari, 111 favorevoli e 3 astenuti l’emendamento che mirava a ripristinare il testo originario della proposta di legge delle opposizioni, sostituito con una delega al Governo.

Naufraga così l’ultimo tentativo di tornare al testo sul salario minimo e i leader dell’opposizione, uno ad uno, annunciano che ritireranno la propria firma dalla proposta di legge.

Teatrale il gesto di Giuseppe Conte, che strappa il testo di cui era primo firmatario: «Questo gesto proditorio – le sue parole - non lo compirete nel mio nome e nel nome del M5s. Per questa ragione ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi». 

Poi l’attacco frontale a Giorgia Meloni: «Dopo vari balletti, vari teatrini e rinvii, espedienti di varia natura e stratagemmi di vario ordine il presidente Meloni ha gettato la maschera, ha votato no al salario minimo legale. Ha detto no alla condizione che non è dignitosa in cui versano tre milioni di lavoratori. Con la stessa arroganza con cui fate fermare un treno per far scendere un ministro avete fermato la speranza di tutti questi lavoratori che sono sottopagati».

Elly Schlein: «Comunico la mia volontà di togliere la mia firma da questa proposta di legge. Questa non è più la proposta di salario minimo delle opposizioni perché la maggioranza ha svuotato la proposta di ogni significato con la consueta arroganza. Non nel nostro nome state tradendo le attese dei lavoratori. State pugnalando alle spalle - ha detto rivolta alla maggioranza - le persone sfruttate perché non avete il coraggio di guardarle negli occhi mentre affossate una proposta giusta per l'Italia».

Nicola Fratoianni, Avs: «Ritiro la mia firma da questa proposta di legge, non intendo e non intendiamo mettere i nomi e le nostre facce su un atto indecente di pirateria politica e istituzionale. Trasformare un testo d'iniziativa parlamentare delle opposizioni in una legge delega del governo è uno schiaffo al Parlamento».

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi: «L'emendamento della maggioranza alla legge sul salario minimo non solo ne stravolge il senso, ma trasformandola in una legge delega di fatto consegna al Ministero del Lavoro l'intera questione».

(Unioneonline/L)

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