Fa politica da quando aveva 14 anni, nel 2012 è stata uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, ha corso alle ultime Europee e adesso è candidata per il Senato nel collegio uninominale del Nord Sardegna e come capolista sul proporzionale. Oggi Antonella Zedda, 46 anni, è anche coordinatrice regionale del partito di Giorgia Meloni, unica donna in questo ruolo nel panorama della politica sarda. Eppure, nonostante la sua leader sia donna, c’è chi sostiene che Fdi sia un partito maschilista. Anche nella compilazione delle liste individuare le candidate non è stato facile. «FdI è un partito di uomini e donne, sul territorio regionale ho due coordinatrici provinciali. Ad ogni modo non è il genere a fare la differenza, ma il merito. Quando a 14 anni arrivai in sezione c’era una ventina di militanti, solo due ragazze. In generale la militanza giovanile ha riguardato più i ragazzi. È una questione di interesse. Io ho sempre voluto fare politica».

Fdi candida due “non sardi”: Marcello Pera e Paola Frassinetti. Marco Meloni ha ricordato che il Pd ha solo candidati sardi.

«Ci son toccati quattro collegi ma avremmo dovuto averne due. Pera è persona di spessore culturale e politica. Poi ricordo che nel 2013 proprio il Pd ha eletto Meloni in Liguria».

Quali istanze della Sardegna porterà a Roma?

«Quelle su natalità, trasporti e infrastrutture. Natalità con incentivi (come quelli dell’ultima Finanziaria sarda) per aiutare le coppie a mettere al mondo figli soprattutto nei piccoli centri, nelle città e regioni che si stanno spopolando».

La Regione sta per pubblicare il bando per la continuità territoriale. Todde ha fatto un buon lavoro?

«La Giunta ha fatto il possibile, dopotutto tra Cappellacci e Solinas non c’è stata alcuna programmazione. Oggi occorre che il Governo intervenga con l’Ue in sostegno della Regione. La continuità non può essere materia di cui si interessa solo la Regione».

Lei è coordinatrice regionale di Fdi: un assessore e il capogruppo sono candidati. In caso di elezione sarà semplice sostituirli?

«A differenza di quanto si pensi, abbiamo una classe dirigente importante anche in Sardegna. Se viene eletto Mura, in Consiglio entrerà Gianni Tatti, che è già stato consigliere regionale, oggi sindaco di Ruinas e mio vice. Quanto all’assessorato, come partito dobbiamo riunirci e capire quale possa essere l’uomo o la donna migliori per prendere il posto di Lampis».

Cosa pensa delle recenti turbolenze nella Lega?

«I panni sporchi si lavano in casa. Certo è che i partiti devono ascoltare i territori e non decidere tutto dall’alto»

È possibile immaginare Giorgio Todde in FdI?

«Non ho alcuna preclusione, lo stimo molto: però mi ha detto di volersi prendere una pausa dalla politica».

Giorgia Meloni cambierebbe il Pnrr: l’occasione per fare avere alla Sardegna di più?

«La commissione ambiente della Stato-Regioni aveva espresso parere negativo sul piano di transizione ecologica che è la spina dorsale del Pnrr. Ma non è stata ascoltata. Quindi la Meloni ha ragione. Il fatto che la Sardegna abbia avuto poco è gravissimo e dobbiamo porre assolutamente rimedio».

Roberto Murgia

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