«Rimpianti? Ci sentiamo un po’ Cassandre: avevamo detto che la mancata riconferma del presidente uscente avrebbe messo a rischio una vittoria che era davvero scontata, così come i 40 mila voti in più delle liste del centrodestra hanno dimostrato alle urne». Risponde così il presidente del Psd’Az e ex assessore regionale ai Trasporti, Antonio Moro, durante l’intervista andata in onda su Radiolina durante la trasmissione “A tu per tu”. La domanda era sulle regionali di febbraio, perse da Paolo Truzzu contro Alessandra Todde, dopo che la coalizione aveva deciso di non confermare la candidatura del presidente uscente, il sardista Christian Solinas. 

Moro prende le distanze dal centrodestra: «Alla luce dei recenti accadimenti, forse avremmo dovuto avere la determinazione per non farci influenzare dalle posizioni dei consiglieri uscenti», riflette, «e trovare la forza per stringere l’alleanza con le forze politiche che si sono messe fuori dai poli italiani. Avremo anticipato una fase politica e un confronto che per i sardisti ritengo sia un passaggio ineludibile».

Il pensiero va subito a Renato Soru, che in campagna elettorale è stato la spina nel fianco sinistro di Todde. Si era parlato di una trattativa tra sardisti e l’ex presidente: «Di vero c’era più di quanto non sia emerso. Avremmo dovuto fare sintesi con Soru e dirgli anche che un polo tutto sardo non può avere la barriera dell’alleanza, né a destra né a sinistra».
In pratica la politica dei due forni? «Noi alimentiamo solo il forno del Psd’Az perché riteniamo sia quello che fa lievitare le politiche identitarie e gli interessi dei sardi», sostiene Moro, «altri forgiano le loro carriere oggi in un forno e domani in un altro. Bruciando, nel falò delle vanità, i voti che servono per fare i quozienti per eleggerli». 

In questo contesto paiono essersi mossi tre consiglieri regionali che, eletti nelle file del Psd’Az, sono passati a Forza Italia. Moro non fa nomi, ma dice: «Mi riferisco a quanti utilizzano i partiti per costruirsi carriere a ridosso della militanza onesta e leale di tanti e al sistema che vede oggi le forze politiche, cooptare i signori delle preferenze per fare qualche punto percentuale in più alle elezioni». 

E il rapporto con Forza Italia? «No, non sono arrabbiato.  Ha favorito la rinascita del Psd’Az con i sardisti e ci ha riaperto il campo politico. L’operazione di Forza Italia non ha fatto danno al Psd’Az ma all’intero centrodestra, che oggi si è ridotto in Sardegna nella riproposizione dello schema del centrodestra italiano che qui non ha mai vinto le elezioni. A noi, invece, quell’operazione ci ha liberato dal vincolo di coalizione e dall’obbligo all’opposizione, restituendoci centralità politica e ampi spazi di manovra». 

Il Psd’Az ha una sua posizione sulle rinnovabili: «È chiara ed è fermamente contraria alla speculazione in atto in Sardegna. La Giunta Solinas, nel luglio del 2022, con la contrarietà di molta sinistra e di alcuni sindacati, è l’unica ad aver fatto ricorso in sede giudiziaria contro il decreto Draghi, altri invece, oltre a stare nel governo Draghi, facevano altro, anche negli studi dei notai». 

E sulla Pratobello 24: «Fare ricorso alle competenze statutarie in materia di urbanistica per fermare l’invasione e salvaguardare ambiente e paesaggio in Sardegna è l’elemento da cui non si può prescindere, ma prima ancora delle ragioni tecnico giuridiche sosteniamo che le firme di duecentomila sardi non possano essere cancellate da nessuno. Tantomeno da chi ha fatto del click day il mantra della partecipazione democratica».

© Riproduzione riservata