«È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l'Europa e gli Stati Uniti. È giusto che l'Europa si attrezzi per fare la sua parte ma è ingenuo pensare possa fare da sola fuori dalla cornice della Nato».

Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante l'informativa in Aula al Senato in vista del Consiglio europeo. L’allerta sui dazi va contenuta: «Sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno di intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né Stati Uniti né Europa. Credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono».

Su ReArm Europe, il piano di riarmo dell’Europa da 800 miliardi di euro fortemente sostenuto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, «ritengo sia un nome fuorviante per i cittadini perché siamo chiamati a rafforzare le nostre capacità difensive ma oggi questo non significa acquistare banalmente armamenti ma innanzitutto semmai produrli» e ancora «rispetto al semplice potenziamento degli arsenali» anche «operatività, servizi essenziali, infrastrutture energetiche, catene di approvvigionamento: tutte cose che non si fanno semplicemente con le armi. Senza questo approccio non c'è difesa». 

«Approfitto per annunciare che l'Italia non intende distogliere un solo euro dai Fondi di coesione per la difesa e su questo siamo tutti d'accordo», ha aggiunto ricordando che gli 800 miliardi del Piano «non sono né risorse tolte da altri capi di spesa né risorse aggiuntive europee» e che «l'Italia si è opposta a che una quota dei Fondi di coesione venisse automaticamente spostata sulla difesa ed è una battaglia che abbiamo vinto».

Quanto all'invio di truppe italiane in Ucraina: «Sarò chiara di fronte a quest'Aula, è un tema che non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee, proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace». Un’occasione per ribadire il sostegno al presidente della Repubblica Sergio Mattarella «ogni qual volta che viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti».

Sul fronte mediorientale e la ripresa delle ostilità a Gaza, ha concluso Meloni, «seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza, che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo, il rilascio di tutti gli ostaggi e una fine permanente delle ostilità, così come il ripristino di buna piena assistenza umanitaria nella Striscia».

(Unioneonline)

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