La mancata proroga del taglio delle accise? «Una scelta di giustizia sociale».

Lo rivendica Giorgia Meloni, che in un video sui social replica alle critiche (anche degli alleati di Forza Italia) sull’aumento delle tariffe dei carburanti, in gran parte dovuto alla scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise voluto da Mario Draghi.

«Sarebbe costato 10 miliardi, invece di spalmare quei soldi su tutti abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale», afferma la presidente del Consiglio.

Per tagliare le accise, aggiunge Meloni, «non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, i crediti delle pmi, tutte queste misure sarebbero state cancellate».

«Ci dicono che abbiamo sbagliato i calcoli – aggiunge -, io ho sentito di tutto, ma il prezzo della benzina lo sto monitorando. Il dato pubblicato sul sito del ministero Made in Italy era 1,812, un prezzo che ci piacerebbe più basso. Ma dov’era la stampa quando il prezzo era ancora più alto? Io non ricordo negli anni precedenti le campagne di questi giorni».

Infine, rivendica la premier, «in campagna elettorale non ho mai promesso di tagliare le accise. Gira da più parti un video del 2019 in cui io parlo della necessità di tagliare le accise sulla benzina. E non avendo il governo deciso di modificare la norma del precedente governo si è detto che ero incoerente. Non è un caso che quel video sia del 2019, sono ancora convinta che sarebbe un'ottima cosa tagliare le accise sulla benzina, ma si fanno i conti con la realtà e non sfuggirà che dal 2019 a oggi il mondo è cambiato e ci impone di fare delle scelte».

Ieri il governo ha varato un decreto ad hoc che prevede che il monitoraggio dei prezzi non sarà più settimanale ma giornaliero. Tra le altre misure un tetto agli aumenti dei prezzi sulle autostrade, l’obbligo per i gestori di esporre dei cartelli che indichino il prezzo medio nazionale stabilito dal ministero dell'Ambiente accanto al prezzo alla pompa.

«La gran parte dei benzinai è onesta e responsabile e a tutela loro dobbiamo intervenire», rivendica Meloni. «In cdm abbiamo deciso di rafforzare le norme sanzionatorie per chi non adempie alle comunicazioni previste dalla legge e abbiamo stabilito che ogni benzinaio esponga il prezzo medio giornaliero».

Nella maggioranza ci sono visioni diverse: se Lega e FdI parlano di speculazioni dei benzinai, per Forza Italia l’aumento dei prezzi è dovuto esclusivamente alla mancata proroga del taglio delle accise.

Ieri, secondo i dati Codacons, il picco in Sardegna è stato raggiunto a Poltu Quatu (Arzachena), con la benzina a 2,199 e il gasolio a 2,299 al litro.

(Unioneonline/L)

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