Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella apre ufficialmente il suo secondo mandato al Quirinale.

Il Capo dello Stato è entrato nell’Aula di Montecitorio in perfetto orario, alle 15.30, accolto da un lunghissimo applauso dei grandi elettori.

Il Presidente ha recitato la breve formula di giuramento: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”.

Poi ha dato il via al discorso, durato 37 minuti (con in totale 55 applausi e tre minuti di ovazione finale): “I grandi elettori hanno preso la loro decisione, è per me una nuova chiamata inattesa alla responsabilità alla quale non posso e non intendo sottrarmi. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica. La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno ad essere il mio punto di riferimento”.

L’ELEZIONE – Mattarella ha analizzato quanto accaduto la scorsa settimana con la sua travagliata rielezione e osservato che le attese degli italiani “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana, ed è questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno”.

UN PENSIERO A CHI SOFFRE – “Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio”, ha aggiunto.

LE PRIORITÀ – Ancora: “Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l'esito della votazione, ho parlato delle urgenze - sanitaria, economica e sociale - che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze”.

Mattarella ha ricordato che la lotta contro il virus “non è conclusa, non ci sono consentire disattenzioni”, pur sottolineando che la campagna di vaccinazione “ha molto ridotto i rischi”.

"È di piena evidenza – ha sottolineato – come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro. L'Italia è un grande Paese. Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno consentito di ripartire. Hanno permesso all'economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell'Unione".

Ma questa ripresa, ha messo in guardia, “per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese”.

L’ECONOMIA – Mattarella ha elencato le “nuove difficoltà” economiche che si presentano: “Le famiglie e le imprese dovranno fare i conti con gli aumenti del prezzo dell'energia. Preoccupa la scarsità e l'aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori produttivi”. È il momento ora di “disegnare e iniziare a costruire l’Italia del dopo emergenza”.

POLITICA ESTERA – Il presidente ha rimarcato la collocazione internazionale dell’Italia: “In aderenza alle scelte della nostra Costituzione, la Repubblica ha sempre perseguito una politica di pace. In essa, con ferma adesione ai principi che ispirano l'Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato del Nord Atlantico, l'Unione Europea, abbiamo costantemente promosso il dialogo reciprocamente rispettoso fra le diverse parti affinché prevalessero i principi della cooperazione e della giustizia. Da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace, concretizzato dall'integrazione europea e accresciuto dal venir meno della Guerra fredda”.

IL PNRR – Sul PNRR: “Siamo i maggiori beneficiari – ha detto – e dobbiamo rilanciare l'economia all'insegna della sostenibilità e dell'innovazione, nell'ambito della transizione ecologica e digitale”. Ma la crescita avvenga “in unità”, ha messo in guardia, senza diseguaglianze territoriali e sociali”.

Ha auspicato il superamento del problema del “declino demografico e un cambiamento dell’Europa trainato proprio dal nostro Paese. Affinché la Ue diventi “più efficiente e giusta”.

Il corteo verso Montecitorio

DRAGHI – Capitolo governo: “Su tutti questi temi - all'interno e nella dimensione internazionale - è intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell'emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell'Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”.

IL PARLAMENTO – Ha lanciato un appello per la centralità del Parlamento, sempre più superata da decreti legge e questioni di fiducia: “Quel che appare necessario – nell'indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento è che - particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese - il Parlamento sia sempre posto in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi”.

MAGISTRATURA – Capitolo giustizia: “Nell'inviare un saluto alle nostre Magistrature – elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società -mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività. È indispensabile che le riforme annunciate per la giustizia giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all'Ordine giudiziario”.

IL PAPA – Il Capo dello Stato ha anche salutato Papa Francesco, poi è passato al mondo del lavoro, affrontando diverse tematiche. Dall’alta disoccupazione, soprattutto femminile e giovanile, ai tanti, troppi morti, con un pensiero anche per Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni recentemente morto durante uno stage.

MONICA VITTI – Non è mancato un omaggio a Monica Vitti, poi ha detto ai partiti che “è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni”. La violenza sulle donne “è un’inaccettabile piaga da sanare”, così come gli episodi di aggressione e discriminazione nei confronti dei migranti.

SASSOLI – Mattarella ha infine ricordato David Sassoli: “Desidero ricordare in quest'aula il Presidente di un'altra Assemblea parlamentare, quella europea, David Sassoli. La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le istituzioni democratiche ai livelli più alti, è entrata nell'animo degli italiani”.

DIGNITÀ – È la parola più usata dal presidente, ben 18 volte: “È la pietra angolare del nostro impegno”, ha detto, citandola in diversi passaggi.

“Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro”, ha detto Mattarella.

"“La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva reale di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione - è rimuovere gli ostacoli”, ha aggiunto il presidente.

Gli applausi in aula

Dignità è anche “impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell'educazione, dell'esempio”.

Ancora: “Dignità è opporsi al razzismo e all'antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ciascuno di noi”.

“Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza”.

E dignità è anche “garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un'informazione libera e indipendente”, così come “non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”.

Dignità, ha concluso Mattarella, “è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere”.

DI NUOVO AL COLLE –  Dopo la tappa alla Camera, Mattarella, assieme a Mario Draghi, è salito sulla Lancia Flaminia disegnata da Pininfarina per il suo predecessore Gronchi negli anni Sessanta, per un giro per le strade Roma, salutato dalla folla e accompagnato dai corazzieri a cavallo, fino all’Altare della Patria. 

Qui ha reso omaggio al Milite ignoto, mentre i cieli della Capitale si sono colorati di verde, bianco e rosso con il passaggio delle Frecce tricolori.

Poi il presidente è tornato al Colle. Il secondo mandato può avere inizio. 

(Unioneonline/L-l.f.)

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