Batosta elettorale a Sassari per i quattro candidati sindaco sconfitti dall’affermazione di Giuseppe Mascia, capitano del Campo Largo. La débâcle brucia in particolare per Nicola Lucchi, arrivato secondo con una percentuale di poco superiore al 25%, doppiato dal vincitore. «Non so cosa non abbia funzionato - dichiara il leader dei Civici, lo schieramento trionfatore con Nanni Campus nel 2019 - Abbiamo fatto molto per la città». La delusione mette in dubbio anche un prossimo impegno in politica: «La faccio per spirito di servizio. Vedremo se continuare».

Gavino Mariotti, frontman del centrodestra, si nega alle interviste e commenta il 16,14% ottenuto con una dichiarazione a mezzo stampa. «La coalizione di centrodestra, sardista, civica e autonomista, che ho avuto l'onore di guidare - riferisce il rettore dell’ateneo turritano -, non ha incontrato il favore degli elettori. Ringrazio sentitamente tutti i candidati delle liste che mi hanno sostenuto, e manifesto il mio più profondo rispetto nei confronti di tutti i cittadini sassaresi». Finisce così in sordina la discesa in campo del Magnifico, il cui impegno politico ha subìto il duro colpo inferto dall’inchiesta Monte Nuovo della Dda di Cagliari che lo vede indagato per associazione mafiosa e segreta.

Infine i fanalini di coda dell’agone elettorale Mariano Brianda e Giuseppe Palopoli, fermatosi il primo al 5% e il secondo al 2,60%. Per nessuno dei due però si tratta di un fallimento. «È stato un esperimento sociale - commenta l’ex magistrato Brianda, che si è presentato con le liste Costituente per Sassari, Giovani per Sassari e Generazione Sassari - Siamo soddisfatti». Tranquillità pure per l’imprenditore 61enne: «Non potevamo competere con gli altri». Intanto quest’ultimo non assicura di continuare in politica neanche come consigliere comunale, ruolo in cui si è distinto nell’interfaccia continua con i cittadini. «È ora - afferma - che le buche vengano riparate da qualcun altro».

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