Le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che comunica che la Sardegna sarà l’unica regione a non garantire l’uscita dal carbone entro il 2025 hanno fatto sollevare le reazioni da parte delle forze politiche.

«Se siamo arrivati a questo punto ci sono delle precise responsabilità: si sono persi due anni a causa della Regione, per il suo ricorso contro il Dpcm energia e per la totale assenza di interlocuzioni con le istituzioni nazionali e con le imprese di produzione di energia». A sostenerlo è Silvio Lai, deputato Pd che sottolinea come «Enel non ha ipotizzato negli ultimi anni una conversione della centrale del Sulcis, le proposte di riconversione con un investimento di oltre un miliardo di euro della centrale di Fiume Santo sono ormai di tre anni fa e non hanno mai ricevuto risposte né convocazioni da parte della Regione». Nelle altre regioni italiane la riconversione delle ultime 4 centrali a carbone, peraltro con gli stessi proprietari di quelle presenti in Sardegna, sono state garantite in meno di 18 mesi. «Questo significa che nonostante i 5 anni persi con la giunta regionale c’è ancora il tempo perché il phase out dal carbone non debba attendere, come dice Pichetto Fratin, il 2028 ma si può concludere entro il 2025», aggiunge Lai che confida nella nuova giunta regionale.

«Serve naturalmente che il nuovo esecutivo non ancora insediato recuperi il tempo perduto nell’interlocuzione con le imprese di produzione di energia - conclude Lai - e di questo sono sicuro che il nuovo esecutivo se ne farà carico, ma serve soprattutto che venga pubblicato il nuovo Dpcm Energia da parte del governo, solo annunciato nelle settimane precedenti le elezioni dopo che lo stesso Governo e la Regione avevano perso un altro anno e mezzo».

© Riproduzione riservata