La situazione della Sea Watch è "indegna, crudele e illegittima" e "siamo pronti, se coinvolti, a dare assistenza".

L'assessore agli Affari generali della Sardegna Filippo Spanu si schiera apertamente in favore dei 47 migranti a bordo della Sea Watch e in mare da giorni in condizioni disperate.

La nave, poche ore fa, ha avuto l'autorizzazione per l'attracco a Siracusa, ed è già una grande consolazione per le persone a bordo. Che però non possono sbarcare.

"Possono indagarmi e minacciarmi, ma io non cambio idea - ha twittato il ministro dell'Interno Matteo Salvini -. In Italia si entra rispettando leggi e regole, per gli scafisti e i loro complici i porti italiani sono e resteranno chiusi. Nave olandese di Ong tedesca? Amsterdam o Berlino vi aspettano".

Spanu, che ha la delega ai flussi migratori non programmati, si unisce al coro di polemiche nei confronti della gestione italiana del problema. La vicenda, ha detto all'Adnkronos è "indegna, sotto il profilo umanitario, perché gioca sulla pelle di 47 persone, ed è una cosa non sostenibile per quanto previsto da qualsiasi trattato internazionale, a partire dalla Convenzione di Ginevra. Si continua a giocare sulle bandiere delle navi quando si sa perfettamente, qualsiasi sia la bandiera, che in queste condizioni di mare, a maggior ragione, è necessario garantire un approdo sicuro".

"Non possiamo avere un cuore di pietra - prosegue - e qui si tratta di crudeltà. Più passano i giorni e più questa situazione sta diventando una vicenda deliberatamente crudele. Vorrei vedere chiunque anche se non hanno passato tutto quello che hanno passato tutte queste persone essere trattenuti in mare in queste condizioni. Noi sardi sappiamo bene cosa significhi stare in mare in tempesta. Figuriamoci chi sta sul ponte di una nave. Ritengo sia un fatto deliberatamente crudele che il popolo italiano possa accettare".

Un migrante a bordo della Sea Watch (Ansa - Sea Watch)
Un migrante a bordo della Sea Watch (Ansa - Sea Watch)
Un migrante a bordo della Sea Watch (Ansa - Sea Watch)

E in tutto questo, continua, c'è anche una condizione di illegittimità "perché i Trattati internazionali non prevedono questo. Tutt'al più una volta sbarcati si fanno valere le ragioni secondo le modalità previste dagli stessi Trattati. Poi non ci si deve lamentare perché intervengono le Procure perché ci sono i minori a bordo che hanno diritto a tutele particolari. Si ripete una situazione simile, non uguale perché la Sea Watch batte bandiera olandese, a quella della 'Diciotti', dove di fatto si stanno sequestrando delle persone".

"È evidente - ha concluso - che se noi come Regione venissimo coinvolti, saremmo pronti a dare assistenza. Queste decisioni sono di competenza del governo, ma, lo ribadisco per l'ennesima volta, la Regione Sardegna è pronta a fare la sua parte".

Il picchietto davanti alla baia di Siracusa di organizzazioni che chiedono lo sbarco (Ansa)
Il picchietto davanti alla baia di Siracusa di organizzazioni che chiedono lo sbarco (Ansa)
Il picchietto davanti alla baia di Siracusa di organizzazioni che chiedono lo sbarco (Ansa)

LA CEI: "LI ACCOGLIAMO NOI" - Mentre a Siracusa decine di persone in presidio chiedono a gran voce lo sbarco dei migranti, sulla vicenda si è espressa anche la Cei che come nel caso della Diciotti è scesa in campo e si è detta pronta ad accogliere i minori della Sea Watch: "Non siamo opposizione al governo - ha detto il portavoce don Ivan Maffeis -. Siamo fedeli al Vangelo. Stiamo parlando di vittime, non è una questione di fede ma un discorso di umanità. Davanti alle vittime non ci si può girare dall'altra parte. Il Mediterraneo non può trasformarsi in un muro. Ognuno deve fare la propria parte".

Anche la Comunità Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, dà la sua disponibilità al governo a farsi carico dei "tredici minorenni" a bordo della Sea Watch. "Se si apre un varco si apre tutto - le parole del presidente della comunità Giovanni Ramonda -. Abbiamo dato la nostra disponibilità al Viminale, sappiamo che ci sono trattative in corso anche con la Cei. Siamo fiduciosi del fatto che la situazione si sbloccherà, sarebbe una follia il contrario".

(Ansa)
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E sui minori alza la voce anche Save The Children: "Questi ragazzi - ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children - hanno già subito abbastanza violenze e soprusi durante il loro viaggio per arrivare in Italia e sono particolarmente vulnerabili a causa delle sofferenze patite. Ogni minuto in più passato sulla nave, con il timore per quello che sarà il loro futuro, rischia di lasciare tracce indelebili in questi ragazzi, che porteranno con loro per tutto il resto della vita".

(Unioneonline/D)

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