C'è chi si dichiara "nemico di Mario Draghi" ma anche chi azzarda di citarlo nel simbolo (“Italiani con Draghi. Rinascimento”), ad insaputa del diretto interessato, e ora rischia l'annullamento del contrassegno.

Si è conclusa la tre giorni al Viminale per il deposito dei simboli che correranno alle elezioni politiche del 25 settembre: 101 quelli consegnati da 98 soggetti politici che ora sono al vaglio dell’istruttoria del ministero dell’Interno. Entro il 16 agosto verranno notificati gli ammessi e i ricusati, poi ci sono 48 ore di tempo per presentare eventuali integrazioni, modifiche o ricorsi.

Quindi la parola alla Cassazione, che avrà altre 48 ore per esprimersi sui ricorsi, e il 20 agosto il Viminale comunicherà i nomi dei rappresentanti per le liste. Tra il 21 e il 22 agosto i partiti dovranno poi presentare la lista dei candidati.

La corsa alle urne entra dunque nel vivo, l'ultima giornata del deposito è stata meno convulsa delle due precedenti: arriva per primo il contrassegno di Italia sovrana e popolare portato da Marco Rizzo, Antonio Ingroia ed Emanuele Dessì che scandiscono, a scanso di equivoci, "il nostro nemico è Draghi e il sistema che ha chiuso gli italiani in casa".

Poi spazio a Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni e leader della lista Referendum e democrazia con Cappato, che ha ribadito di volere "raccogliere le firme per la candidatura solo con modalità digitale".

Unico simbolo legato all’Isola sono i Quattro mori del Partito sardo d’azione.

Nei giorni precedenti anche i partiti dei big avevano ribadito i simboli tradizionali, a partire da Fratelli d'Italia che ha confermato la fiamma nel logo, “di cui andare fieri”, ha detto Meloni. E ancora il rosso cuore per M5S - ma senza il nome di Conte -, contrassegno finito in bacheca accanto a quello degli ex alleati del Pd, anche col loro con il logo tradizionale ma l'aggiunta di Italia democratica e progressista. Anche la Lega ha optato per lo stesso logo del 2018, con la scritta con Salvini Premier. Non cambiamo contrassegno Forza Italia - che riporta la scritta Berlusconi presidente. Poi il terzo polo di Calenda e Renzi, con il nome del leader di Azione nel contrassegno.

Due le grandi coalizioni, centrodestra e centrosinistra, perché Terzo polo e M5S si cimentano con un unico simbolo e senza alleati.

Il centrodestra corre con quattro simboli: FdI, Lega, FI e Noi moderati. Quattro i simboli anche per il centrosinistra: “Pd. Italia democratica e progressista”, Impegno civico, “Alleanza Verdi Sinistra” e +Europa. 

Il richiamo più gettonato nei simboli è quello alla vecchia Dc: da Libertas allo scudo crociato di Noi moderati al Noi di Centro di Clemente Mastella che rivendica di essere Dc doc, "l'ultimo erede, ancora presente nelle istituzioni democratiche, dei valori della Democrazia Cristiana".

Non manca il garofano rosso del Nuovo Psi di Stefano Caldoro, e non possono mancare le stravaganze. Dal Sacro Romano Impero cattolico al Partito della Follia del sedicente sessuologo dottor Seduction. Poi la Rivoluzione Sanitaria di Panzironi, i Gilet Arancioni e i Forconi, Vita della no vax Sara Cunial, il Partito delle Buone Maniere.

La corsa alle elezioni del 25 settembre, insomma, è ufficialmente partita.

(Unioneonline/L)

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