Dietrofront di Silvio Berlusconi sul Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro approvata dal governo Renzi tra il 2014 e il 2015.

"Se vinciamo le elezioni aboliremo il Jobs Act, perché è stata un'iniezione che ha dato una provvisoria spinta ma solo ai contratti a termine. Otto su dieci sono stati contratti a termine", aveva detto ieri mattina il presidente di Forza Italia ai microfoni di Radio Anch'io.

Una dichiarazione che è stata però smentita dalla segreteria del leader del Centrodestra, che ha diramato una nota in cui si legge che Berlusconi "si è limitato a constatare che il Jobs Act è sostanzialmente fallito, perché non ha indotto le imprese a creare occupazione stabile, ma quasi esclusivamente lavoro precario. In ogni caso, è una norma che sta esaurendo i suoi effetti".

"Quando saremo al governo", si legge ancora nel documento, "non torneremo naturalmente al regime precedente, ma introdurremo strumenti più efficaci del Jobs Act per correggerne gli effetti distorsivi e incentivare le imprese a creare lavoro stabile".

Sul tema è poi intervenuto nuovamente lo stesso Berlusconi, che un'intervista a Radio 105, ha precisato: "Io non ho mai detto di voler abolire il Jobs Act. Penso che questa sia stata una cosa interna alla coalizione che oggi è superata".

(Unioneonline/F)

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