Virginia (Saba) va veloce. «Ho scritto “Il suono della bellezza”, un libro cui sono molto legata, e sono felicissima perché mi hanno proposto di tenere un corso sulla bellezza trascendentale alla scuola di scrittura creativa Molly bloom. Porto avanti un programma online, studio teologia e conduco il festival della Marina di Villasimius. Mi sto cimentando anche nella consulenza filosofica e, come se non bastasse, faccio parte della commissione parlamentare Questioni regionali e collaboro con la deputata Emanuela Corda. È abbastanza per escludere nuovi impegni?». Mette una certa distanza tra sé e la voce di uno sbarco imminente in politica, candidata alle prossime elezioni: «Non sono interessata».

Cagliaritana, giornalista professionista ed ex giocatrice di basket in serie A, è la fotografatissima compagna del ministro degli Esteri Luigi di Maio. Uno scatto pubblicato la scorsa estate li ritraeva nel mare di Villasimius in una posizione che si prestava a svariate interpretazioni: «Roba da matti, la gente ha pensato chissà cosa ed era semplicemente un’immagine estrapolata da una serie in cui Luigi aveva gli occhi chiusi. Per inciso: trovo tremendo l’essere diventata per alcuni solo la fidanzata di. Non ho chiesto nulla, quel che ho fatto è farina del mio sacco».

Quanto l’ha aiutata essere l’altra metà dell’ex capo dei Cinque Stelle e attuale leader di Impegno per l’Italia?

«Dal punto di vista delle relazioni è stato importante. Invece per una ragazza che si è trasferita a Roma per fare la giornalista è stata la pietra tombale sulla professione».

L’hanno accusata di essere No vax.

«Falso. Ho fatto tutti i vaccini, credo nella medicina e nella scienza. Capisco la paura di alcuni, non giudico le scelte personali».

La guerra in Ucraina?

«Uno choc. Le prime notti a casa vivevamo appesi al telefono. Sono vicina al popolo ucraino che sta subendo una disumanità inimmaginabile.Ho letto tanto per tentare di capire qual è la molla scattata nella testa di Putin per una simile atrocità. Forse i russi non hanno mai metabolizzato la caduta del muro di Berlino».

Dicono che lei sia potentissima, in grado di decidere carriere politiche e ministeriali.

«Evito interferenze. È capitato che mi fosse chiesto un parere e l’ho dato: ho anche sbagliato. A Roma frequento amici diversi da quelli del mio compagno, sono uno stimolo culturale».

La caduta del governo decisa da Lega, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle?

«Una follia. Buttare giù Draghi, una delle personalità più apprezzate al mondo, non mi è sembrata una grande mossa».

I Cinque stelle?

«La bellezza di un movimento popolare è la genuinità ma se va al governo ha l’obbligo di maturare. Altrimenti fallisce».

Chi voterà?

Ride rumorosamente: «Non lo so».

Negli ultimi anni è diventata un personaggio pubblico: più solidarietà o invidia dalle donne?

«L’aspetto spiacevole di essere così in vista è che non hai una vita normale, una cena fuori col mio fidanzato è un evento, massimo due volte l’anno. L’invidia non la sento e non la vedo, magari c'è ma non mi arriva».

Il rapporto con un uomo di potere?

«Prima dell’amore e di te stessa devi imparare a mettere tutto il resto. Non è semplice».

Segue la politica sarda?

«Sì».

Il giudizio sulla Giunta Solinas?

«Conosco da tempo il presidente della Regione col quale ho fatto chiacchierate interessanti».

Soddisfatta dei risultati?

«Non so. Ma immagino un partito sardo d’Azione autentico, sicuramente non prigioniero di un’alleanza innaturale con la Lega».

Progetti per il futuro?

«Studiare e scrivere, restare in questo mondo».

Vita privata e lavoro: come vi regolate con Di Maio?

«Colazione insieme, un film la sera quando si può e soprattutto non parliamo di politica. Ci vuole leggerezza, tanta leggerezza, e semplicità».

L’hanno accusato di essere volubile in politica, lo è anche in amore?

«Non scherziamo. Siamo cresciuti assieme perché viviamo una situazione complicata. È un dare senza avere sempre qualcosa in cambio».

Soddisfatta delle sue scelte?

«Il mio giorno zero è stato il 23 novembre 2018, data del trasferimento a Roma. Mi occupavo della rassegna stampa per la deputata Emanuela Corda – alla quale devo tanto e voglio bene –, guadagnavo trecento euro o poco più. Sono andata a vivere in una casa zeppa di libri con una brasiliana che girava documentari e due gatte che mi hanno coccolato da subito. Dal soffitto, sopra il letto, un affresco mi dava pace. Ero felice perché non avevo idea di cosa sarebbe accaduto. L’unica gioia al mondo è cominciare, diceva Cesare Pavese».

Un errore che non rifarebbe?

«Dedicare tanto tempo al calcio dal punto di vista giornalistico ma evidentemente doveva andare così».

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