Non cessano le polemiche dopo l’archiviazione al Senato del ddl Zan, affossato, ad un anno dall'approvazione della Camera, dalla “tagliola” chiesta da Lega e Fratelli d'Italia.

154 i voti favorevoli, 131 i contrari, e due gli astenuti: così si è messa la parola fine a un percorso ad ostacoli fatto di ostruzionismo, rinvii, incontri, scontri, tentativi di mediazione tra favorevoli e contrari che ha tenuto banco a palazzo Madama dalla primavera all'autunno.

La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un lungo applauso del centrodestra trionfante che si dice pronto a "ripartire da zero".

Il disegno di legge, che reca misure di prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza per sesso, genere o disabilità, non potrà più essere riproposto e un nuovo ddl con un tema analogo dovrà aspettare sei mesi per essere trattato in Senato. Queste sono le regole. Le stesse che hanno portato il presidente Elisabetta Casellati a dare il via libera al voto segreto.

IL VOTO – Sono stati 288 i senatori presenti in Aula per il voto e 287 i votanti, 23 i voti di scarto che hanno decretato la sconfitta di Pd, M5s e Leu. E se in casa dem si contava su almeno 140 voti a favore, "ne mancano all'appello almeno 16", spiegano fonti Pd al Senato, che puntano il dito anzitutto contro i renziani di Italia viva.

LE REAZIONI – Per Alessandro Zan, padre del ddl, quel che è successo a Palazzo Madama rende "evidente il quadro politico", con "Italia viva" che "si è messa flirtare con il centro destra, con la Lega. Dopo che c'è stato il cambio ed è arrivato il governo di Draghi il partito di Renzi si è messo in testa di voler essere l'ago della bilancia del Senato. Ma forse non si sono resi conto di cosa stavano facendo".

"Il Ddl Zan lo hanno affondato coloro che hanno preteso un voto segreto e uno scontro frontale non avendo i numeri", il lapidario commento di Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato.

"Meglio lo stop di una porcata", ha chiosato il Leghista Roberto Calderoli gongolando per la vittoria di cui si intesta la paternità per aver puntato sulla “tagliola”. "I sostenitori del Ddl Zan "avrebbero dovuto aspettarsi" lo stop, ha poi aggiunto. "E invece hanno fatto come quello che si aspetta di avere il paracadute e invece ha preso uno zaino, pieno di lattine di carne in scatola. Perché si può anche andare sotto di uno o due voti... Ma qui sono stati 23".

"Sconfitta l'arroganza di Letta e dei 5Stelle", l’esultanza del leader leghista Matteo Salvini, mentre Enrico Letta ha sottolineato come così abbiano “fermato il futuro e riportato l'Italia indietro con i loro inguacchi".

Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese" le parole del presidente M5s Giuseppe Conte, mentre per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è "vergognoso" che il ddl Zan sia stato "spazzato via, nel segreto dell'urna". Secondo la leader di FdI Giorgia Meloni " i primi ad aver affossato la legge sono i suoi stessi firmatari, Zan in testa" e definisce "patetiche le accuse di Letta, Conte e della sinistra". La capogruppo di Fi in Senato, Anna Maria Bernini, accusa la Sinistra di voler solo "prevaricare" senza un reale interesse per una trattativa.

Nel frattempo, volano volano gli stracci anche tra gli alleati: Il "M5s si è fidato dell'esperienza del Pd, questo è il risultato", il commento di Alessandra Maiorino (M5s). Loredana De Petris, navigata senatrice di Leu parla di "prove generali per il Quirinale", lasciando intendere che il problema dei franchi tiratori si ripresenterà molto presto.

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata