Con il Pd solo con l'ok della piattaforma Rousseau.

Il Movimento 5 Stelle apre a un unicum nella storia istituzionale del nostro Paese, e chiede la parola agli iscritti in una fase della crisi di governo assolutamente cruciale: successivamente all'assegnazione dell'incarico al nuovo premier da parte del presidente della Repubblica e prima che questi salga al Colle per portare i risultati delle sue consultazioni.

Dopo ore di indecisione e sotto la spinta di Davide Casaleggio, Di Maio ha deciso di rischiare. Rischiare per due motivi: da un lato gli iscritti potrebbero voltargli le spalle, dall'altro lo stesso Mattarella potrebbe avere qualcosa da ridire e far saltare tutto.

"Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal MoVimento 5 Stelle. Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno e avranno sempre l'ultima parola", spiega Di Maio sul blog delle Stelle.

La decisione scatena le polemiche: "Indire, come ha fatto il M5s, una votazione sulla piattaforma Rousseau dopo il conferimento dell'incarico è da considerare un grave sgarbo istituzionale", dicono fonti del Pd.

"Spero che non impatti con le procedure previste dalla Costituzione - commenta il vicesegretario del Pd, e 'candidato' vicepremier Andrea Orlando -. Se dovesse ledere le prerogative del Capo dello stato sarebbe inaccettabile".

"Per favore Zingaretti e Gentiloni - l'accorato appello dell'eurodeputato Carlo Calenda - dopo tutte le umiliazioni che ci siamo fatti infliggere. Dopo Conte, dopo Di Maio ora anche Rousseau! Basta non potete consentire la distruzione di ogni residua reputazione del Pd".

Ma la scelta di Di Maio ha scatenato una mini rivolta anche in seno al gruppo parlamentare M5S. "Di Maio - dice all'Adnkronos la deputata Flora Frate - ritiri il voto su Rousseau. Ieri, durante l'assemblea dei parlamentari, non abbiamo preso nessuna decisione in tal senso. Anzi, sono emersi molti pareri negativi. Vincolare il Conte bis all'esito di un voto su una piattaforma gestita da una società privata, senza alcuna garanzia di trasparenza, è scelta assurda. Al Quirinale il M5S deve presentarsi con una proposta seria e credibile".

Su Facebook il deputato Michele Nitti si dice "sorpreso" che "si sia fatta passare per una decisione deliberata in assemblea ciò che non è stato affatto deliberato". Ed evidenzia come "la votazione sulla piattaforma non sia, in questo delicato momento, lo strumento più opportuno, viste la tempistica e l'urgenza dei passaggi da esperire con il Quirinale, peraltro regolamentati dalla Costituzione".

(Unioneonline/D)
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