Gli indipendentisti di Liberu si avvicinano al centrosinistra e in vista delle prossime elezioni regionali, dicono, «apriamo il dialogo politico con le forze del Campo largo».

La decisione, è spiegato in una nota, «è frutto delle assemblee nazionali dei militanti svoltesi negli ultimi anni, che hanno dibattuto a lungo sulla situazione complessiva e hanno deliberato democraticamente sul da farsi».

La base della valutazione sono stati i risultati non soddisfacenti «ottenuti nel tentativo di mettere insieme differenti sigle indipendentiste, prendendo atto di una legge elettorale che richiede soglie di sbarramento troppo alte per l’attuale consistenza del mondo indipendentista, e tenendo in considerazione il fatto che, incredibilmente, la nostra proposta di legge elettorale “Proporzionale Sarda” sia stata ostacolata proprio da questo ambito politico, che ne sarebbe stato il principale beneficiario e gli avrebbe permesso di avere una rappresentanza». 

Liberu e Campo largo non sono sempre stati sulle stesse posizioni. E anzi, su certi temi c’è stato «aperto contrasto». Ma, prosegue la nota, «in questo momento è necessario sedersi ad un tavolo e dialogare, cercando di superare i contrasti e avviando un percorso di risoluzione critico dei fattori che sono andati contro gli interessi del nostro popolo. La situazione attuale della Sardegna infatti è talmente disastrosa che non ci si può più permettere di lasciare strade intentate e porte chiuse. Per il bene di questa terra è necessario mettersi al lavoro ovunque vi siano spiragli di dialogo». 

Gli indipendentisti quindi cercano l’alleanza con forze “italianiste” perché «non c’è più tempo per ripetere formule già viste e che hanno già rivelato tutta la loro insufficienza nel tentativo di portare rappresentanti indipendentisti all’interno del Consiglio regionale. Adesso lavoreremo per portare le nostre istanze nel Campo largo del centrosinistra e per cercare di fare entrare nel programma elettorale, e si spera di governo, le proposte urgenti e necessarie per la difesa dei diritti dei sardi». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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