Berlusconi ha appena mandato al diavolo Ignazio La Russa in quella che già può essere definita una delle scene memorabili di questa XIX legislatura.

Mentre i senatori si apprestano a votare il Presidente dell’Aula (La Russa appunto), quelli di Forza Italia lasciano l’aula e ai banchi resta solo il leader del partito.

Proprio durante lo scontro tra il Cav e La Russa gli occhi dei più attenti si concentrano sulla cartelletta dell’ex presidente del Consiglio. C’è un foglio di carta intestata “Villa San Martino”, la residenza di Arcore, con degli appunti su Giorgia Meloni.

“Un comportamento 1. supponente 2. prepotente 3. arrogante 4. offensivo. Nessuna disponibilità al cambiamento. È una con cui non si può andare d’accordo”. Alcune parole sono state cancellate, si intravede un altro aggettivo non proprio conciliante, “ridicola”.

Quella di ieri è stata una giornata nera per Berlusconi, che ha incassato l’elezione di La Russa senza i voti di Forza Italia, con il soccorso dell’opposizione, e il no della Meloni a un ruolo di governo alla sua fedelissima Licia Ronzulli.

E l’appunto privato, opportunamente zoommato, rivela il suo stato d’animo. Nelle carte di Berlusconi si vede anche una proposta di ministeri per gli esponenti di Forza Italia. Almeno tre quelli possibili per Ronzulli: Politiche europee, Turismo e Rapporti con il Parlamento. Altrettanti i no della premier in pectore.

Il Cav vorrebbe anche Casellati alla Giustizia, Tajani agli Esteri, Bernini all’Università, Gasparri alla Pubblica Amministrazione.

Oggi Forza Italia è rientrata nei ranghi e ha votato Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera. E Salvini ha assicurato che la coalizione si presenterà unita alle consultazioni al Quirinale. Ma la rottura di giovedì 13, giorno di inizio della nuova legislatura, è destinata a lasciare strascichi.

(Unioneonline/L)

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