Quarantamila voti in più rispetto alla coalizione che l’ha sostenuta potrebbero essere le ragioni che potrebbero portare Alessandra Todde a tenere per sé due assessorati su 12. 

I tempi per la formazione della nuova giunta regionale potrebbero essere stretti. O, almeno, così vorrebbe la presidente della Regione in pectore: la squadra di governo dovrebbe essere pronta entro la fine di marzo, per arrivare alla prima seduta del nuovo Consiglio con tutti gli assessori da presentare all’aula.  

Almeno il 70% dei componenti della Giunta potrebbe non essere un consigliere: i due ruoli verrebbero separati.  Ancora non è chiaro se l’eventuale passaggio di un eletto ai banchi dell’esecutivo implichi le dimissioni: non sarebbero richieste, ma si risicherebbero i numeri della maggioranza nelle commissioni.

L'indicazione, che nasce dall'esigenza di massimizzare il lavoro di entrambi gli organi (giunta e consiglio), potrebbe essere esplicitata nei prossimi giorni quando la governatrice in attesa di proclamazione  avvierà i primi incontri con gli alleati. Colloqui che saranno bilaterali e non collegiali: per questo le singole forze politiche sono chiamate a un lavoro di sintesi interna per trovare quelle competenze necessarie richieste da Todde che ha anche già annunciato una grande presenza di donne nella sua giunta.

I partiti devono quindi operare un doppio sforzo: trovare al loro interno o nella propria area di riferimento persone di alto profilo e offrire alla presidente alcuni nomi che diano garanzia di una rappresentanza di genere.

Il primo partito che dovrà confrontarsi al suo interno sarà il Pd che lunedì a Oristano riunisce la direzione regionale ufficialmente per l'analisi del voto, che lo ha visto arrivare primo tra tutti, superando anche FdI. Ufficiosamente si parlerà, però, di giunta e consiglio. I dem, infatti, potrebbero esprimere non solo alcuni assessori - secondo indiscrezioni le caselle chieste a Todde sarebbero anche numericamente importanti - ma anche il presidente del Consiglio.

L'incarico potrebbe essere ricoperto dall'attuale segretario regionale Piero Comandini (che lascerebbe la leadership del partito) o dal presidente regionale dem Giuseppe Meloni. Lo scranno più alto dell'assemblea regionale però potrebbe anche andare a M5s, visto che la più votata in assoluto è stata la consigliera sassarese uscente Desirè Manca. 

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