Sono oltre 1,2 milioni le firme depositate oggi in Cassazione a sostegno del referendum sull'eutanasia legale.

Intorno alle 11 Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni ha fatto ingresso nel Palazzaccio per procedere al formale deposito delle sottoscrizioni. In piazza con lui i tanti volontari del comitato referendario che in questi mesi hanno proceduto alla raccolta delle firme.

Una mattinata definita “storica”, in cui non sono mancati momenti di tensione. Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia, si è avvicinato al gazebo dei referendari in piazza Cavour per contestare l’iniziativa.

Ne è nato un battibecco. “State imbrogliando, state imponendo un diktat per cui dovremmo essere tutti contenti di essere liberi di suicidarci, la Corte Costituzionale non potrà mai dare il via libera perché l’eutanasia non potrà mai essere fatta per referendum”, ha detto Adinolfi.

"Una iniziativa di parassitismo mediatico. Apprezziamo il fatto che si sia riuscito a svegliarsi in tempo per venire qui", la replica di Cappato. I referendari hanno scandito poi il coro: "Libertà, libertà". Adinolfi è stato poi fatto allontanare e identificato dalle forze dell'ordine presenti in piazza.

Alla manifestazione che ha preceduto la consegna dei plichi erano presenti anche Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, morto in Svizzera con il suicidio assistito il 27 febbraio del 2017, e Mina Welby, vedova di Piergiorgio. "Nessuno dei cittadini vuole morire, anche chi è in gravi condizioni - ha affermato Welby -. Ma io credo che quando la sofferenza è talmente grande e terribile ognuno abbia il diritto di dire basta. Non è sempre necessaria l'eutanasia e questo lo voglio dire al Vaticano: a mio marito non è stato fatto il funerale nonostante non fosse eutanasia la sua morte. Era semplicemente l'interruzione della sua ventilazione artificiale divenuta per lui insopportabile".

"Oltre un milione e duecentomila di cittadini italiani chiedono che finalmente si possa decidere di non dover più imporre contro la volontà del malato la sofferenza come una tortura insopportabile - ha dichiarato Cappato -. Poter decidere finalmente tra l'eutanasia clandestina che c'è già in Italia e quella legale fatta di regole, responsabilità, conoscenza, ovviamente assistenza per chi vuole vivere e rispetto della decisione di chi non lo vuole più".

Firme raccolte "nel silenzio dei capi dei grandi partiti" ma la gente che ha firmato "ha vissuto questo problema". Per la prima volta nella campagna di raccolta è stata utilizzata anche la firma digitale, che ha contribuito per circa un terzo con 400mila firme.

(Unioneonline/L)

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