C’è un aggettivo che ricorre nei messaggi di cordoglio per Guglielmo Epifani, l’ex leader di Cgil e Pd morto oggi all’età di 71 anni: un “galantuomo”. Difficile infatti ricordare una sua parola fuori le righe, un linguaggio violento, nonostante la radicalità delle posizioni.

Romano, classe 1950 la sua infanzia è caratterizzata dall'impegno nel volontariato per i quartieri di periferia, una grande attenzione al sociale che porta sempre con sé.

Laureato in filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff, una delle grandi figure del socialismo italiano, ha passato quasi tutta la sua carriera all’interno della Cgil, prima di entrare in politica.

Ha cominciato nella casa editrice del sindacato, nel 1990 è entrato nella segreteria confederale. E’ stato vice di Bruno Trentin e Sergio Cofferati, dopo il cui addio nel 2002 è stato il primo socialista a diventare segretario generale del sindacato.

''Lascio con la speranza che le cose possano cambiare', dice il 16 ottobre 2010, in Piazza San Giovanni a Roma nel corso dell’ultimo comizio da leader della Cgil, ad una manifestazione delle tute blu della Fiom.

Aveva più volte rifiutato candidature (Europarlamento, amministrative, la corsa per sindaco di Napoli), ma una volta lasciata la Cgil è arrivato alla politica. Eletto in Parlamento nel 2013 con il Pd, assiste subito allo sconvolgimento del partito con le dimissioni di Pierluigi Bersani e la nascita del governo Letta. E’ proprio lui a diventarne segretario, per un breve periodo di tempo, da maggio a dicembre 2013, quando Matteo Renzi vince le primarie e prende le redini del partito.

Rieletto alle scorse politiche, era un parlamentare di Liberi e Uguali.

Chi lo conosce bene, coglie l'essenza che più caratterizza Guglielmo Epifani in una grande propensione alla mediazione: una persona ''che non divide'', ma sa ricucire, riavvicinare, tenere insieme.

IL CORDOGLIO DI DRAGHI E MATTARELLA – "L'improvvisa scomparsa di Guglielmo Epifani mi addolora profondamente. Il suo impegno ha recato un contributo alla storia del movimento sindacale italiano e della Cgil in particolare, dove ha avuto modo di esprimere la propria visione riformista e le proprie qualità di dirigente impegnato, sempre attento agli interessi dei lavoratori. In Parlamento ha recato la sua grande esperienza e un bagaglio di cultura che mai indulgeva al settarismo. Esprimo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia e a quanti hanno condiviso con lui l'attività di questi decenni", ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

"La vita di Guglielmo Epifani è stata un esempio di partecipazione democratica e impegno sociale, sempre al servizio dei lavoratori e dei più deboli. La sua gentilezza, integrità e passione civile resteranno a lungo nei ricordi di tutti. Alla moglie Maria Giuseppina vanno le più sentite condoglianze mie e del governo", ha affermato invece Mario Draghi.

(Unioneonline/L)

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