Si avvicina il voto del 25 settembre e in vista della presentazione delle liste il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte propone le “parlamentarie” per scegliere i candidati.

"Dobbiamo assolutamente farle, è un passaggio che rientra nella democrazia diretta per dare agli iscritti la possibilità di dare indicazioni sulla scelta dei candidati", ha detto ad Agorà estate su Raitre. Quanto a lui “non ho ancora deciso dove mi candiderò, perché siamo ancora al momento della creazione delle liste". 

LETTA – A sinistra invece Enrico Letta del Pd difende l’intesa con Azione: “L'obiettivo è dare all'Italia un'alternativa rispetto alla vittoria della destra che veniva considerata ineluttabile", ha spiegato al Corriere della Sera. "Calenda saprà fare da magnete per i voti di centrodestra. Così come noi, con la nostra lista, assieme a Roberto Speranza, avremo un grande successo nell'elettorato di sinistra e di centrosinistra".

"Dalle reazioni di Meloni e Salvini - aggiunge - capisco che non se l'aspettavano. Scommettevano sul fallimento e sugli aspetti caratteriali, appunto: i commenti stizziti confermano che è stata la scelta giusta. Siamo competitivi e mettiamo paura. Ne approfitto per suggerire al centrodestra di non spartirsi già i ministeri: Salvini ha prenotato il Viminale, ma è meglio aspettare". "Meloni e Salvini ci porterebbero con i sovranisti, fuori dal cuore dell'Europa. È questo che vogliamo? Meloni al posto di Draghi? Io dico che la partita è aperta e la giochiamo", conclude.

MELONI – "La faziosità e il provincialismo con cui certa stampa racconta di me non fanno un danno soltanto a Giorgia Meloni, ma all'Italia, che viene sempre trattata come una nazione anomala da mettere sotto tutela", le parole della leader di Fratelli d'Italia sempre al Corriere.

Insistere sulla dicotomia “antifascisti contro fascisti”, paradossalmente "potrebbe giovare perché gli italiani si rendono conto di quanto la sinistra cerchi di scappare dalle sue responsabilità accusando gli altri di cose assurde".

(Unioneonline/D)

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