Giorgia Meloni contestata da Riccardo Magi durante la "Giornata mondiale contro le droghe" alla Camera.

Il deputato di +Europa ha criticato la retorica della premier, secondo cui in Italia negli ultimi tempi c'è stata molta indifferenza sull'argomento, e si è preferito tenere i «fari spenti». Poi l’attacco frontale di Meloni alle piattaforme che prima diffondono film e serie tv che hanno «come eroe uno spacciatore» e poi fanno documentari contro Vincenzo Muccioli, il fondatore della comunità di San Patrignano, «che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall'altra parte». Insomma da Breaking Bad a SanPa, su Netflix.

Il governo non vuole avere un atteggiamento paternalistico, ha precisato Meloni, «lo stato etico non c'entra niente» ma c'entra invece la responsabilità delle istituzioni: «Serve un'altra narrazione sul piano educativo e culturale«, la droga non può essere considerata una forma di libertà perché è qualcosa che «ti rende schiavo» e viviamo nel paradosso di una «vulgata che spaccia la droga come una forma di libertà».

La contestazione (Ansa)
La contestazione (Ansa)
La contestazione (Ansa)

L'azione dimostrativa a sorpresa del deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha acceso il dibattito nell'auletta dei gruppi dove si svolgeva la manifestazione. Sul cartello che ha esposto durante l'intervento della premier, prima di uscire come forma di protesta, si legge la scritta: «Cannabis: se non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia». «Il governo ha delle responsabilità serie - ha spiegato Magi - e dopo due ore non potevamo restare in silenzio».

(Unioneonline/D)

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