Di Maio e la lista delle cose "fatte", quanto c'è di vero?
I punti principali delle venti voci, messe nero su bianco, dal vicepremier: ecco a che punto è il governoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dal reddito di cittadinanza al taglio delle pensioni d'oro, passando per quota cento e il tempo prolungato nelle scuole primarie, sono venti i punti con cui Luigi Di Maio ha sintetizzato la legge di Bilancio 2018. Accanto a ogni voce la scritta "Fatto", evidenziata in giallo a prova di errori.
Un modo per rispondere a chi ha criticato il governo per aver "ceduto ai ricatti" di Bruxelles, portando al vaglio del Parlamento italiano una manovra praticamente stravolta e riscritta dall'Europa.
"In questa legge di Bilancio - ha invece precisato il vicepremier 5 Stelle - ci sono quelle cose che tutti ci avevano detto che non si potevano fare". Tutte le misure "più urgenti votate dagli italiani il 4 marzo", e senza la procedura di infrazione.
"Ci avevano detto - ha aggiunto riferendosi al deficit - che il 2,4 era troppo, poi che il 2,04 era troppo poco, che abbiamo fatto un passo indietro. Guardate che questa è una trattativa... l'importante è che quelle misure non cambiano".
Al di là delle parole, e premettendo che nulla è stato "fatto" perché tutto deve essere approvato dal Parlamento, a che punto sono le voci previste dall'elenco di Di Maio?
NESSUN AUMENTO DELL'IVA - Vero per quanto riguarda il 2019, visto che la manovra ha disattivato le clausole che sarebbero scattate il prossimo anno.
Ma per il 2020 e 2021 bisognerà reperire circa 52 miliardi di euro, per non far salire l'imposta sui consumi.
REDDITO DI CITTADINANZA - Nella manovra c'è, come promesso. I fondi previsti ammontano a 7 miliardi (incluso un miliardo per la riforma dei Centri per l'impiego) due in meno rispetto a quanto previsto inizialmente.
Un risparmio, secondo Palazzo Chigi, legato al fatto che la misura partirà dopo rispetto al previsto, cioè a marzo. E che non tutti faranno richiesta.
QUOTA CENTO - Anche qui fondi tagliati rispetto allo stanziamento iniziale: -2,7 miliardi, il contributo più alto per ottenere i dieci miliardi volti ad evitare l'infrazione.
Per il 2019, dunque, sono 4 i miliardi che permetteranno a chi ha almeno 62 anni d'età e 38 di contributi di andare in pensione.
PENSIONI D'ORO - Il taglio delle pensioni d'oro c'è e per il momento si configura come un "prelievo di solidarietà" di cinque anni fra il 15 e il 40% per le quote di pensione sopra 100mila euro lordi l'anno.
Una misura temporanea dunque, e non strutturale, che permetterà secondo le stime di ottenere circa 70 milioni. Molto meno rispetto ai 12 miliardi previsti da Di Maio.
AUTO ELETTRICHE - Il vicepremier fa riferimento agli incentivi tra 1.500 e 6.000 euro per le auto ibride e per ora sono 60 milioni i soldi che il governo ha stanziato per gli sconti.
Ma ci sono anche le tasse: dal primo marzo fino al 2021 scatteranno per modelli come Golf, Focus, Duster e Tipo. Saranno tra i 1.100 e i 2.500 euro.
TEMPO PROLUNGATO NELLE PRIMARIE - Questo, per ora, rimane nelle intenzioni del governo perché nelle bozze della legge di Bilancio non ci sono le risorse necessarie.
Un emendamento stanzia fondi per le assunzioni di 2mila insegnanti, ma secondo i sindacati ne servirebbero molti di più per il tempo prolungato: almeno 40mila.
(Unioneonline/D)