"Il significato di questa operazione è esattamente il contrario di quello che vogliono fare apparire: è la reazione dei delinquenti e dei camorristi a un'operazione di pulizia che stiamo facendo in Campania, dove per la prima volta stiamo cacciando la camorra in relazione ai rifiuti".

Parla il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito all'inchiesta di Fanpage che vede coinvolto il figlio Roberto, assessore al Bilancio del Comune di Salerno (che ieri ha annunciato le sue dimissioni dalla carica).

Secondo De Luca "è una vergogna nazionale: ma quale giornalismo? Viene ingaggiato un camorrista, uno che si presenta mascherato, un signore che fa un'intervista a mio figlio e parla solo lui di cose che non c'entrano niente, cerca di tirare in ballo la Regione, le ecoballe e le gare. È una cosa vergognosa, ci dovremmo vergognare in Italia per il fatto che ci sia spazio per operazioni di vero squadrismo".

"A che punto è ridotta la democrazia italiana? Siamo arrivati al punto che una persona perbene deve vivere nella paura di sabotaggi, di manovre occulte. Ti può arrivare in casa un camorrista con telecamera nascosta, che viene a fare una registrazione, un'operazione di violenza privata".

"Cosa ha portato alla luce? Parla solo lui per cercare di confondere le acque. La gente normale ormai se ne scappa dalle istituzioni e dalla vita pubblica per questo sistema di aggressione mediatica continua al quale fai fatica a rispondere in tempi brevi con migliaia di titoli diffamatori".

"In Campania stiamo vivendo una resistenza - prosegue - ci sentiamo partigiani in difesa dei valori di dignità e libertà umana. Sono anni che va avanti una vita pubblica fatta di calpestamento della dignità delle persone senza che ci sia una reazione adeguata. Su questo piano l'Italia arriva davvero alla barbarie".

CONTRO I 5S E GRASSO - "I migliori utilizzatori di questa vicenda sono le Cinque Stelle - dice De Luca - e rinnovo alle Cinque Stelle il mio invito a un dibattito pubblico sui temi della trasparenza, della correttezza e della moralità pubblica. Sono mesi che sfido il loro candidato, Luigino Di Maio, a un dibattito pubblico. Mi piacerebbe avere un dibattito con questo giovanotto che intasca 15mila euro al mese e parla contro la casta".

L'invito è esteso "anche a Pietro Grasso: ho visto le sue dichiarazioni e c'è da vergognarsi. Non una parola sui camorristi che vengono a fare operazioni di aggressione e finto moralismo da quattro soldi. Sfido anche questo nostro amico a un dibattito pubblico in diretta, rigorosamente senza registrazioni e tagli, sui temi della moralità pubblica".

(Unioneonline/D)

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