Riempire di contenuti il principio di insularità sarebbe più facile se il prossimo ministro per il Sud fosse sardo. «Mi auguro che sia così, per la sua regia passerebbero gli interventi per colmare il gap infrastrutturale di cui soffre l’Isola», spiega Pietro Pittalis, 64enne deputato nuorese di Forza Italia in corsa da capolista al proporzionale per un secondo mandato. In questo modo, ricorda, «si creerebbero le condizioni ottimali per centrare una serie di obiettivi come portare la ferrovia a Nuoro».

Quel ruolo di Governo potrebbe essere ricoperto dal suo collega Ugo Cappellacci.

«Il presidente Berlusconi è stato chiaro: per le politiche per il Sud Fi indicherà un sardo. Se fosse Cappellacci ne sarò felice. Rientra nelle sue competenze e da ex presidente di Regione conosce bene il sistema Sardegna, ha lavorato anche con me per coinvolgere i sindaci, creare un collegamento con i diversi ministeri e sensibilizzarli sulle grandi opportunità offerte dal Pnrr e dall’istituzione della Zes. Tutto questo è il segnale di una attenzione speciale del presidente Berlusconi per l’Isola».

Come si finanziano interventi come il ripristino della ferrovia a Nuoro?

«In particolare, facendo leva sui fondi strutturali del quadro comunitario di sostegno europeo, considerando che la Sardegna è rientrata nell’Obiettivo 1. Ricordo che le più importanti opere stradali nell’Isola sono possibili grazie a fondi comunitari».

Come si supera l’emergenza del caro-bollette?

«In questi giorni il Governo mette mano a interventi per alleviare il peso per famiglie e imprese, ma è necessario assumere iniziative a medio e lungo termine. Tutto ciò si può fare solo attraverso il calmieramento dei prezzi deciso da politiche europee concordate. Per noi deve finire la politica dei no: diciamo sì alle rinnovabili, a rigassificatori e termovalorizzatori, ma tutto nel rispetto dell’ambiente che passa per una intesa con i Comuni interessati. Per esempio, saluto con favore la decisione di bloccare i parchi eolici nei tratti di costa antistanti località turistiche».

Altro tema caldo per il suo territorio è la sanità.

«Ho partecipato a tutte le manifestazioni di piazza. Io sono dalla parte dei cittadini perché non è ammissibile che per una visita cardiologica ci vogliano mesi, così come è inconcepibile che reparti siano sprovvisti di personale. Il rimpallo di responsabilità non mi piace, la verità è che ci sono questioni di livello nazionale: numero chiuso in medicina, borse di studio per specializzandi e spesa sanitaria troppo vincolata».

La Giunta Solinas ha fatto una riforma. E d’aiuto?

«La Giunta ha restituito competenza ai territori con l’istituzione delle Asl, ma la riforma è incompleta: bisogna ancora trasferire risorse e competenze gestionali e organizzative. Quindi invito la Giunta ad approvare gli atti aziendali».

Perché mancano ancora gli atti aziendali?

«Non ne comprendo le ragioni. E se c’è una responsabilità politica, si prendano i dovuti provvedimenti. Non si gioca sulla salute dei cittadini».

È stato consigliere regionale per diverse legislature. Cosa pensa dell’attuale Assemblea?

«Non giudico l’operato dei consiglieri, ma al netto di ciò bisogna rivedere il regolamento dell’Assemblea così da renderla più produttiva. Serve anche un maggior coordinamento tra le forze del centrodestra».

Forza Italia come sta? Si sente il contraccolpo degli addii di Carfagna e Gelmini?

«Gode di ottima salute. Si sono avvicinati tanti elettori, inoltre esprimiamo due assessori che sono il meglio della squadra di governo sarda. Sugli addii, è incomprensibile la scelta di coloro che sono stati i più gratificati dal partito. Questo accade a livello nazionale ma anche regionale. Anzi, diffido dalle imitazioni di Forza Italia che elettoralmente rappresentano una percentuale vicina al prefisso telefonico».

Lei non corre nel suo collegio, a Nuoro, ma è capolista al proporzionale. Dispiaciuto?

«Il collegio comprende tutta la Sardegna, quindi è un grande onere. Ma è anche un onore perché sono capolista e rappresento un grande partito popolare come Forza Italia».

Il cerchio sulla sua candidatura si è chiuso tardi. Perché?

«Il centrodestra ha molto lavorato sul programma condiviso da Fdi, Lega ed Fi e solo dopo è stato affrontato il tema delle candidature, oltretutto molto ha influito il peso di ciascun partito nella distribuzione dei collegi».

Sembrava destinato a diventare componente del Csm.

«Era una delle ipotesi che il presidente Berlusconi aveva previsto. L’interruzione della legislatura ha richiesto un altro mio diretto impegno. Ma, come si dice, mai dire mai».

In commissione Giustizia avete approvato i pareri sui decreti per le modifiche previste dalla Cartabia. Gli obiettivi nella prossima legislatura?

«Si deve riprendere con le riforme sulla separazione delle carriere, sulla non impugnabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, sulla revisione della prescrizione, nel rispetto della presunzione di innocenza e della durata del processo. Poi c’è il tema della responsabilità civile dei magistrati».

Come può ripartire il sistema economico della Sardegna e dell’Italia?

«Con la lotta all’oppressione fiscale su imprese e famiglie, e all’oppressione burocratica e giudiziaria. Vogliamo introdurre la flat tax, ma anche revisionare il reddito di cittadinanza che deve diventare misura prettamente assistenziale perché le politiche attive del lavoro sono altre e passano per il taglio del cuneo fiscale».

Roberto Murgia

© Riproduzione riservata