Il trasporto navale di merci in entrata e in uscita rappresenta una criticità in Sardegna che mette in ginocchio un settore da troppo tempo trascurato. Da qualche settimana è stata registrata l'assenza delle navi merci dallo scalo marittimo di Porto Torres. L’ultima nave cargo sarebbe stata sostituita da un altro traghetto utile solo al trasporto dei passeggeri. Sulla vicenda è intervenuto Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito Democratico e primo firmatario di una interrogazione presentata in queste ore alla Regione, sottoscritta da tutto il gruppo del Partito democratico.

«Da tanto tempo stiamo sollecitando la giunta regionale affinché risolva i numerosi problemi di un settore in grave crisi – spiega Deriu –, ma tutte le nostre iniziative sono rimaste senza adeguate risposte e nel frattempo i disagi aumentano».

L’ultimo episodio a Porto Torres dove non risultano approdi di navi merci. Inoltre la continua mancanza di navi merci da Olbia (assenti per tutto l’inverno) sostituita in parte da Grimaldi che, con l’avvento della stagione estiva ed il conseguente afflusso turistico, potrebbe non garantire più l’imbarco di merci.

«Pertanto – sottolinea Deriu - le uniche navi cargo rimaste sono quelle in partenza da Cagliari, spesso vecchie e ormai inadatte al trasporto di merci come scarti di macellazione, animali vivi e morti, gas e rifiuti».

Nel dispositivo protocollato dagli esponenti Dem si ribadisce la necessità di un intervento immediato della Regione Sardegna. «Le situazioni sono ormai ben note da tempo e peggiorano giorno dopo giorno – precisa l’esponente del Pd –, ma il tema continua ad essere trascurato dalla Giunta regionale, mentre i lavoratori del settore devono fare i conti quotidianamente con condizioni lavorative critiche e con il rischio di dover tenere a terra i camion, in particolare con l’avvento della stagione turistica».

Il consigliere regionale Roberto Deriu, insieme ai suoi colleghi chiede all’assessore regionale dei trasporti «quanto tempo debba ancora passare prima di intervenire concretamente per salvaguardare un importante settore dell’economia sarda, ormai in ginocchio da troppo tempo».

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