«Io continuo a dire che ci penso, però di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa».

Lo dice a proposito dei cinque referendum dell'8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza il presidente del Senato Ignazio La Russa parlando all'incontro “Spazio Cultura” in corso oggi e domani a Firenze.

Tutta la maggioranza si è schierata sull'astensione: un «astensionismo politico», lo definisce il vicepremier Antonio Tajani visto che «non condividiamo la proposta referendaria». Essendoci il quorum, e diversamente dalle elezioni politiche, ragiona il ministro, «non andare a votare è una scelta politica, non di disinteresse nei confronti degli argomenti». La stessa indicazione data da Fratelli d'Italia, in un dossier di approfondimento in materia per i parlamentari. E la linea della non partecipazione al voto, secondo fonti leghiste, è quella scelta anche dal partito di Matteo Salvini.

Un invito di andare al mare anziché alle urne che fa gridare allo scandalo le opposizioni e i comitati referendari. «Vergognoso e illiberale», lo definisce il segretario di +Europa, Riccardo Magi, promotore del referendum sulla cittadinanza. Per il segretario della Cgil Maurizio Landini, promotore di quelli sul lavoro, è una scelta «grave e pericolosa». «Tanto più - aggiunge - dopo che il presidente della Repubblica ha ricordato come il voto e la partecipazione politica siano l'essenza della nostra democrazia». 

Anche la segretaria Dem Elly Schlein torna a chiamare alla partecipazione. «Quando i politici, addirittura i responsabili del governo - attacca Giuseppe Conte - invitano i cittadini a non votare, significa che vogliono aggravare le condizioni già malmesse dalla nostra democrazia». Da Avs con Nicola Fratoianni è arrivato il «contro appello» agli elettori del centrodestra: «Non ascoltateli». 

I quesiti sono cinque: quattro riguardano il lavoro con lo stop ai licenziamenti illegittimi, tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese, lo stop al lavoro precario e la tutela della sicurezza. Il quinto è sulla cittadinanza, con la riduzione da dieci a cinque anni di residenza per poter presentare la domanda di cittadinanza.

(Unioneonline)

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