«Onore al vincitore». Alessandra Zedda, candidata sconfitta del centrodestra a Cagliari, ha telefonato all’avversario Massimo Zedda, del centrosinistra,  che per la terza volta andrà a fare il sindaco di Cagliari.

Lo spoglio è ancora in corso ma il divario è così ampio (l’ex primo cittadino viaggia poco al di sotto del 60%) che i giochi possono dirsi fatti.

L’ex assessora regionale della Giunta Solinas, portata dalla Lega a capo della coalizione per la sfida nel capoluogo, guarda già alla prossima consiliatura: «Ora ci aspetta un lavoro duro.  Porteremo avanti le nostre battaglie e faremo il bene della città anche in minoranza», ha detto ai microfoni di Videolina, «ci auguriamo che ci sia collaborazione e che la giunta di centrosinistra faccia davvero quello che ha promesso in campagna elettorale». 

Ma è ovvio che ci sia anche l’analisi del voto: «Sapevamo che sarebbe stata dura ma non ci siamo spaventati. I cagliaritani hanno voluto darci un altro segnale, dopo cinque anni di governo regionale», dopo la sconfitta di Truzzu alle Regionali, «a noi spetta il compito di far sì che si possa creare un nuovo corso del centrodestra in città». 

Colpe o errori da attribuirsi? «Sono serena», dice Zedda, «ho corso perché ho deciso di mettermi in gioco per la coalizione e per la città. Credo che quando uno fa un  lavoro corretto, per il bene collettivo,  non deve mai giustificarsi di nulla. Questa è la strada giusta». 

Non tutto è andato bene:  «Siamo noi i vincitori morali: abbiamo lottato contro calunnie e azioni scorrette», è l’accusa, «il dato più negativo in assoluto. Gli elettori sì, ma certa  politica cagliaritana ha dimostrato di non amare la competizione reale. Intanto, prosegue, «i cittadini si sono espressi. Se abbiamo commesso errori lo abbiano fatto in buona fede. Purtroppo è stato deciso che non è ancora tempo per una donna alla guida della città: questo è il mio più grande rammarico». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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