Comparto unico, Regione all’attacco: «Il Governo disconosce l’autonomia, segnale preoccupante»
L’assessore Spanedda dopo l’impugnazione del provvedimento: «Era una legge attesa da 20 anni, garantisce pari dignità a tutti i dipendenti pubblici sardi»L'assessore Spanedda e il ministro Calderoli
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Il Governo Meloni «disconosce la nostra autonomia» e rallenta una riforma che rappresentava «un punto di svolta per la pubblica amministrazione sarda, per l’equità dei lavoratori degli enti locali e per il diritto dei cittadini ad avere un’amministrazione effiiciente e coesa».
Non si fa attendere la reazione della Regione alla decisione del Governo di impugnare la legge sul Comparto unico, approvata con l'obiettivo di creare un'unica disciplina contrattuale per il personale della Regione e degli enti locali, armonizzando trattamenti economici e giuridici.
L’assessore agli Enti locali Francesco Spanedda, «in attesa di poter valutare nel dettaglio la posizione del Governo», critica l’esecutivo nazionale ed esprime forte preoccupazione per le conseguenze di questa decisione.
Quello sul Comparto unico, sottolinea l’esponente della Giunta Todde, era «un passaggio atteso da quasi vent’anni per porre fine alle disparità retributive e garantire pari dignità e opportunità a tutti i dipendenti pubblici sardi». Una legge basata su «su principi di equità, responsabilità e valorizzazione del capitale umano». Che «non prevedeva un privilegio per qualcuno». A pagarne le conseguenze, avverte Spanedda, sarà «l’intera comunità sarda, soprattutto nei territori più fragili».
Il Governo impugnando il provvedimento «rincorre rigidità e schemi, a scapito della coesione e del buon funzionamento delle istituzioni». E questo è un «segnale preoccupante».
La Regione promette battaglia: «Insieme a enti locali e sindacati valuteremo ogni iniziativa utile, anche in sede parlamentare e istituzionale regionale, per difendere la legge approvata e la dignità di chi lavora per la Sardegna».
Perché «la Sardegna non può permettersi un dietro‑front su principi fondamentali. I dipendenti degli enti locali hanno diritto a pari cura, pari rispetto, pari dignità. E i cittadini hanno diritto a un’amministrazione capace e valorizzata».
Secondo il Governo alcune disposizioni del provvedimento sardo «eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di personale della pubblica amministrazione» violerebbero gli articoli 3 (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”) e 97 della Costituzione (“Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”).
(Unioneonline)
