Gianni Chessa è l'assessore al Turismo della giunta Solinas.

L'intervista.

Ha fatto lo scambio di consegne con Barbara Argiolas?

«L'ho sentita, ci vedremo lunedì. Con lei siamo amici, pur avendo alcune idee diverse. Magari io farò qualcosa che avrebbe voluto fare lei».

Appena eletto, subito in Giunta. L'ha chiesto lei?

«È una scelta del partito, per premiare il mio contributo al successo del Psd'Az. Oltre ai miei voti, ho portato in lista altri candidati molto forti».

Molti vostri eletti arrivano da altri partiti. Vi hanno usato come taxi per il paradiso?

«Il Psd'Az non si fa usare da nessuno. È un partito aperto. In politica si cambia per sostenere un progetto convincente. Come il nostro».

Come mai il Turismo? Lei è pratico di lavori pubblici.

«Dopo 25 anni in politica, uno impara a fare più cose. E poi non è un posto di serie B».

A ogni elezione il suo consenso aumenta. Qual è il segreto?

«Stare in mezzo alla gente tutti i giorni, non solo in campagna elettorale. Per ascoltarla, bere una birra, occuparmi dei suoi problemi».

Come se ne occupa?

«Cerco di aiutare a risolverli. Non sempre ci riesco».

La accusano di clientelismo.

«Ma se ho sempre fatto battaglie per conquiste generali... Fare una palestra o un giardino che usa tutta la città è clientelismo? Sistemare i marciapiedi, è clientelismo?»

In Regione si occuperà di tutt'altro. Come farà a incrementare le presenze turistiche?

«Nel breve si sa che caleranno, perché è ripartito il Nord Africa. Io vorrei griffare il turismo sardo con un marchio. E vendere la vita reale».

Cioè?

«Per allungare la stagione devi fare vari tipi di turismo. Trasformare la vacanza in esperienza da vivere. Per dire: mangiare coi pastori».

Lei ha parlato di "rivoluzione" nel turismo. Cosa intendeva?

«Che serve una sinergia con gli altri assessorati, anzitutto trasporti e urbanistica, e tutti i settori produttivi».

Faccia un esempio di sinergia.

«Le sembra logico che d'estate i negozi chiudano alle 20, quando la gente sta uscendo? Vorrei discutere con gli interessati per vedere se si può aprire dalle 20 alle 24».

La sinergia con l'urbanistica in cosa consisterebbe?

«Siamo vittime di troppi vincoli urbanistici e ambientali. Io ho il coraggio di battermi contro quelli eccessivi».

Sta parlando del Ppr?

«Certo. Se a un albergatore impedisci di ampliare, blocchi investimenti e lavoro».

Ma scusi, la ricchezza della Sardegna è proprio l'ambiente. E lei vuole cementificare?

«Nessuno vuole cementificare. Rispettiamo l'ambiente, ma qualche albergo vicino alla costa ci vuole».

Anche nei 300 metri dal mare?

«Lì magari no. Ma la cubatura esistente la si dovrà pure poter ampliare e adeguare».

Lei voleva anche spostare i fenicotteri da Molentargius...

«Volevo solo provocare. Per chiedere: cosa facciamo per mettere a reddito le saline?»

Cosa pensa di Sardegna Dmo, la società che gestirà la promozione turistica?

«Vedremo, devo studiarla bene. Non capisco perché creare carrozzoni a cui delegare tutto, tanto vale fare a meno dell'assessorato».

L'hanno infastidita le prese in giro per il video di giovedì?

«Ma no, sono felice di aver regalato 10 minuti di buonumore a qualcuno. La prossima volta mi spiegherò meglio. Mi delude solo chi pensa di potermi giudicare da quello».

Ma perché ce l'ha con i mercatini e gli stand in Pvc?

«Voglio dire che io finanzierò la qualità. I gazebo in Pvc sono quelli che vediamo in piazza del Carmine, a Cagliari, sotto Natale. In tutta Europa i mercatini natalizi attirano i turisti; qui si vendono le stesse cose generiche che puoi trovare tutto l'anno. Quella non è qualità. La Fiera campionaria è fallita perché l'abbiamo finita a vendere bambolette russe. Adesso mi sono spiegato?»

Giuseppe Meloni

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