Un documento da dieci miliardi, quattro mesi di ritardo, una presidente che festeggia come se avesse riscritto la storia e un’opposizione che con sarcasmo affilato liquida tutto come un compitino da ragioniere. La Finanziaria 2025 della Regione Sardegna è stata approvata, non senza critiche anche dalla stessa maggioranza: «Va approvata a Natale e non a Pasqua», sentenzia Francesco Agus, capogruppo in Consiglio regionale dei Progressisti.

Dunque più che un traguardo condiviso, sembra l’inizio di una campagna elettorale perenne, dove ogni cifra diventa un pretesto politico e ogni comma una linea del fronte.

In via Roma però si è finalmente chiusa – almeno formalmente – una delle partite più attese (e più lunghe) dell’anno. La prima Finanziaria dell’era Todde è realtà. E se per la presidente è «una legge politica, non tecnica», figlia di «scelte e non sprechi», per l’opposizione è poco più di una partita doppia senza visione. Un documento che «non affronta strategicamente i problemi della Sardegna», accusa Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, con parole che sembrano lame: «Un entusiasmo ingiustificato. Uno stile da chi ieri diceva di aver abolito la povertà e oggi si esalta per un cambio di passo talmente lento da farci restare per quattro mesi in bilancio provvisorio».

Ma l’entusiasmo di Alessandra Todde, prima presidente donna della Regione, è forte. Parla con orgoglio di «oltre 800 milioni sbloccati» e di «un lavoro di ricucitura dopo i ritardi ereditati». E poi l’accordo sui 3,7 miliardi di fondi di coesione e sviluppo, un segnale, dice, di «visione» e di «ricadute concrete per l’Isola».

La Finanziaria, nelle sue intenzioni, punta su quattro pilastri: sanità, giovani, trasporti e lavoro. Quasi metà del bilancio andrà alla sanità, viene potenziato il Reis, garantiti fondi per la continuità territoriale, e si investe anche su cultura, turismo e rigenerazione urbana, con 80 milioni in arrivo. È solo «il primo passo», spiega Todde, in una narrazione che guarda già al futuro: «Einstein Telescope, nuova continuità, vertenza Stato-Regione per recuperare 1,7 miliardi».

L’opposizione intanto «demolisce» e rivendica un’alternativa concreta. Truzzu elenca un lungo elenco di proposte messe sul tavolo: «Fondo unico per i Comuni, medicina generale, artigianato, lotta alla malamovida, scuole paritarie, autismo e fibromialgia, borse-lavoro nei piccoli comuni”. Una finanziaria, dice, che “avremmo potuto scrivere meglio».

E così, mentre restano in scena gli stessi attori e la stessa tensione narrativa: visioni divergenti di sviluppo, accuse reciproche di approssimazione o propaganda e una terra che chiede risposte più rapide delle parole, maggioranza e opposizione preparano il terreno per la prossima battaglia: la legge Salva Casa. «È già pronta», assicura il presidente del Consiglio Piero Comandini, comunicando che il parlamentino potrà riunirsi già nella prima settimana di maggio per discuterla.

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