Caso Sarti, "miseria a luci rosse": il commento di Luca Telese
Considerazioni e retroscena sulla vicenda che vede protagonista la parlamentare del Movimento 5 StellePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Giulia Sarti è diventata suo malgrado, la prima porno deputata della storia della Repubblica.
Lo diventa senza volerlo, da vittima, trasformandosi in oggetto di un ricatto terribile, praticato da qualcuno del tutto privo di scrupoli che, in queste ore, usa le sue immagini private per provare a distruggerla.
Il fatto che la Sarti sia una deputata - a rischio di espulsione - del M5s in questa vicenda conta poco o nulla: sarebbe vittima qualunque fosse il suo gruppo parlamentare, perché in questa vicenda è vittima in quanto amante tradita, in quanto donna.
Oggi l'Italia che si sveglia ritrovandosi le foto di questa giovane donna nuda sul telefonino, accompagnata dai video di amplessi senza filtri, resta sorpresa dalla forza virale di questa catena di Sant'Antonio a luci rosse che arriva ovunque.
Le Iene dicono che le foto sono vere ma il video no, che si tratta di un'altra.
A me non pare, ma non importa: forse i giornalisti di Italia Uno dovrebbero farsi un'altra domanda di più sul loro testimone preferito, l'ex fidanzato Bogdan Tibusche, cittadino romeno abituato ad usare uno pseudonimo italiano, quello di Andrea De Girolamo. Ci si dovrebbe interrogare su quello che ha detto: «Avete presente quei film con "Un anno dopo"? Se siete amanti di quelli con "Un anno prima", #staytuned e preparate i popcorn». Cosa voleva dire? Mistero. Sta di fatto che i pop corn poi sono arrivati davvero, su WhatsApp.
Il punto però è questo: se uno si va a leggere la sentenza di archiviazione scopre che i pm hanno appurato molte cose sul fantomatico Bogdan e sul suo rapporto con la giovane deputata.
Ad esempio che: 1) Bogdan in solo quattro mesi ha mandato 17.800 euro a una ragazza di Salerno.
2) Questa ragazza, interrogata dai pm ha detto candidamente di essere la fidanzata di Bogdan da otto anni (lui sta con la Sarti da cinque).
3) Che la Sarti non sapeva nulla della suddetta ragazza.
4) Che nelle chat private Bogdan racconta a Giulia di avere un tumore al cervello, e di avere bisogno di cure sperimentali da 1500 o 2500 euro a trattamento. E lei glieli dà.
5) Che lui dichiara ai pm di aver portato in Romania, a casa sua, in una valigetta, i soldi che lei gli aveva chiesto di mettere da parte per pagare il TFR dei suoi collaboratori.
6) Che lei «era generosissima» (lo dice lui nel suo interrogatorio) e le pagava anche l'affitto (350 euro al mese) di una casa a Salerno.
7) Che alcuni bonifici sono stati revocati non per un trucco ma perché il conto - e ti credo! - era finito in scoperto.
8) Che lei gli diceva: "Rendiconta di più".
Ma allora perché, vi chiederete voi, Bogdan-Andrea viene archiviato? Per un nodo tecnico-giuridico di importanza decisiva: perché lei (mai fidarsi degli sconosciuti) gli ha affidato il suo token.
Ovvero la chiavetta digitale del proprio conto corrente: lo fanno molti mariti con le mogli (e viceversa), ma pochi sanno che dal punto di vista legale (dati i documenti che spesso firmiamo senza leggere) il reato di appropriazione indebita in questo caso non può esistere più.
Quindi l'identità digitale equivale a quella reale: dare il token significa approvare. Quindi ciò che è moralmente condannabile in questo caso non è penalmente rivelante.
Bene, questo è il dramma, la storia di una donna che si fida di un uomo e paga un prezzo altissimo. Tutto il resto è laterale, a partire dal sistema di registrazione video domestico da 4mila euro. Ma intanto i video e le foto che stanno circolando sono quelli di dieci anni fa.
Alla Sarti, nei suoi debiti con il M5s non sono mancati quei 4mila euro, ma i soldi dati da Bogdan alla sua fidanzata e a lui. Giulia infatti scrive: «Ti devo denunciare. Ci sono piu di 12.000 euro da ottobre a oggi che ti sei versato tra affitto di Salerno e Maria (omissis). Che non so chi sia».
Lo ha scoperto solo quando si è rimessa a fare i conti: quando è davvero troppo tardi. Giulia è disordinata, leggera, si fida. Non è sposata, ama il sesso libero.
Ma sono colpe per una ragazza di 26 anni, ovvero la sua età di allora? Domande legittime, ma è troppo tardi: è una storia che ci insegna qualcosa.
De te fabula narratur, dicevano i latini quando parlavano di qualcosa che ci deve far riflettere.
Luca Telese
(Giornalista e autore televisivo)