La ferita delle suppletive perse è ancora fresca, ma il pensiero è sulle Regionali: Forza Italia cerca la vittoria di squadra e prova anche a ritrovare un ruolo più nevralgico nel campo del centrodestra a traino Lega. "Ci stiamo riappropriando della nostra anima movimentista", racconta il coordinatore regionale degli azzurri Ugo Cappellacci, "quella che ha caratterizzato la nascita del partito, venticinque anni fa". Sono i giorni dei toni duri della campagna elettorale: "Zedda viene con un mantello bianco e dice io sono il nuovo . Ma non è così: lui è in perfetta continuità con la Giunta Pigliaru, il resto è solo mistificazione della realtà".

Il centrodestra sta tentando di ricompattarsi.

"Il dato che mi dà una garanzia per il futuro è l'esistenza di un elettorato forte che si riconosce nei valori portanti del centrodestra".

La Lega nel frattempo porta avanti il contratto di governo col M5S.

"Noi continuiamo a dire all'alleato Salvini: "Torna a casa, non abbandonare i valori che condividiamo". In quei valori c'è il programma votato dagli italiani, quello che ha avuto la maggioranza relativa dell'elettorato".

L'exploit di Salvini e del Carroccio ha messo in difficoltà Forza Italia. Come pensate di recuperare terreno?

"Facendo riferimento ai valori del centrodestra e ritrovando la nostra anima movimentista. Forza Italia è nata nel 1994 proprio come il partito della gente. L'iniziativa dei gilet azzurri rientra in questa logica".

Il tema dei temi è la gestione dei migranti. Tajani dice: "Conciliare fermezza e solidarietà umana".

"La solidarietà deve essere dei popoli europei e dell'Europa. Non può essere solo un carico sull'Italia. Siamo per la solidarietà e l'attenzione agli ultimi, con due criteri principali. Il primo: una campagna di forti investimenti dell'Europa in Africa per creare una possibilità di crescita. Il secondo: nella ripartizione degli arrivi, deve esserci una collaborazione piena dell'Ue".

La sua collega di partito Stefania Prestigiacomo ha fatto un'azione forte a sostegno dei migranti in mezzo al mare.

"Non ho affatto condiviso l'iniziativa della Prestigiacomo. È stata un'idea autonoma, non rappresenta la linea del partito: ha portato molta confusione. Forse lì si sarebbe dovuto fare l'abbordaggio alle altre navi dei Paesi europei, non alla Sea Watch".

Tra meno di venti giorni si vota. È soddisfatto delle liste di Forza Italia?

"Abbiamo guardato all'innovazione e alle competenze, facendo scelte secondo le direttrici fondamentali di famiglia, persona e impresa. C'è il presidente regionale dell'Api sarda, c'è la Randaccio, pasionaria della zona franca, ci sono giovani sindaci e rappresentanti degli enti locali che stanno in trincea. Ci sono donne imprenditrici, professionisti e medici".

Lei ha sposato subito la candidatura di Christian Solinas, ma non sono mancate le tensioni dentro Forza Italia.

"È tutto alle spalle, ora c'è assoluta condivisione. Le tensioni sono normali, soprattutto nella fase della scelta. Intorno a Solinas c'è una coalizione compatta, direi una corazzata, fatta di ben 11 liste. Un'indicazione che ha una forte connotazione autonomista. Questa è una coalizione di centrodestra autonomista".

Quanto può influire il voto disgiunto liste-presidente alle elezioni del 24? A lei cinque anni fa è costato caro con Pigliaru.

"Credo che quella norma e quella legge elettorale siano sbagliate. Prima o poi bisognerà intervenire per portare giustizia: non ha senso fare una votazione dove scelgo il terzino di una squadra ma poi punto sullo schieramento avversario".

Tutti i candidati presidente prendono le distanze dalla riforma sanitaria.

"La riforma è disastrosa, o meglio, gli effetti sono stati disastrosi. Basta parlare con gli operatori della sanità, medici e infermieri. Ma soprattutto con chi ha la sfortuna di dover utilizzare i servizi della sanità. La cosa che, però, mi lasciato più allibito è sentire le parole del candidato della sinistra. Dice che abolirà la Asl unica e ha in squadra i consiglieri regionali che hanno votato quella riforma, ha in squadra l'assessore alla Sanità".

Poi c'è l'urbanistica.

"La Giunta uscente ha commesso un grandissimo errore, mettendo da parte la nostra revisione dei vincoli del Piano paesaggistico: l'avevamo fatta con ogni crisma, sentendo tutte le categorie, sentendo i Comuni, con un processo di partecipazione e condivisione straordinari. C'è un documento che giace nei cassetti: si deve ripartire da lì per dare nuovamente la possibilità alla Sardegna di essere operativa e di adeguarsi ai canoni attuali del turismo".

Giulio Zasso

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