"I problemi non sono alle nostre spalle, ci vorranno anni per comporre le fratture sociali ed economiche della grande crisi. Ma i governi di questa legislatura, primo fra tutti quello Renzi, hanno fatto molto di più per la crescita dell'insieme degli altri governi della seconda Repubblica".

Così in un'intervista al Corriere della Sera il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

"Abbiamo perso la sfida della costruzione di un sistema più forte ed efficiente - ha detto a proposito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, "perso" dal Partito democratico -. Ritengo questo nodo fondamentale in uno scenario internazionale pieno di incertezze. La sicurezza nazionale viene messa a rischio da un sistema che rallenta l'implementazione delle decisioni, favorisce il prosperare di particolarismi e ci trasforma nella Repubblica dei ricorsi al Tar e dei feudi locali. La prossima legislatura dovrà avere al centro questo tema, diventato tabù dopo il referendum".

LA COSTITUENTE - "Forse la strada giusta, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, potrebbe essere quella di un'assemblea costituente - ha aggiunto -. È l'unico modo per aprire in maniera ordinata la terza Repubblica invece di subire la dissoluzione caotica della seconda. Serve un luogo per affrontare le pulsioni diverse emerse dal referendum costituzionale e da quelli di Lombardia e Veneto. Un luogo per porre fine alla kermesse delle leggi elettorali estemporanee, ridisegnare il rapporto tra esecutivo e legislativo, per affrontare il tema di una democrazia efficace, che peraltro affiora in tutti i Paesi occidentali".

"Ma soprattutto mi batterò perché il centro sinistra recuperi il linguaggio della realtà e della responsabilità contro quello della fuga dalla realtà dei 5 Stelle e della Lega. La prossima legislatura è molto pericolosa".

"Non è tempo di rottamazioni, slogan e leadership solitarie ma di costruire un ampio fronte liberal democratico capace di mettere in sicurezza il Paese mentre attraversa il più difficile crocevia nella storia del Dopoguerra".

(Unioneonline/D)
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