La bocciatura da parte della Corte costituzionale del referendum sull’Autonomia differenziata (legge già cambiata dalla Consulta) scatena lo scontro fra Lega Veneta e M5s della Sardegna.

Capofila della raccolta firme per la consultazione popolare contro la riforma Calderoli era stata la presidente sarda Alessandra Todde. «Il comitato referendario contro l'Autonomia aveva presentato la narrazione dello 'Spacca-Italia'. Con la sentenza di ieri della Consulta, però, l'unica cosa che si è spaccata è l'asse Cgil-Anpi-Pd-M5Stelle. Un binomio, quello Pd-5Stelle, che in Sardegna non è stato nemmeno in grado di garantire la corretta presentazione del rendiconto per le spese elettorali»: questo l’affondo  in una nota di Alberto Villanova, capogruppo leghista al Consiglio regionale del Veneto, Secondo Villanova «la sentenza smonta il pericolo di uno scontro tra Nord e Sud che avrebbe aperto ulteriormente la frattura tra Settentrione e Meridione, pesante responsabilità di un ossessionante centralismo romano. Il risultato di ieri, però, è soprattutto la vittoria della Regione del Veneto. Perché l'unica Regione ad opporsi a questo Referendum contro l'Autonomia, e quindi contro i veneti, è stato il Veneto di Luca Zaia». 

La replica arriva dal M5s sardo: «È esilarante vedere come la Lega Nord stia esultando per la bocciatura del referendum sull'autonomia», scrivono i pentastellati, «visto che la riforma su cui tanto stanno investendo è già stata svuotata e smantellata lo scorso novembre. La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua che ci condannava a restare indietro. Siamo determinati a proseguire questa battaglia, insieme alla nostra presidente Alessandra Todde», concludono, «con il chiaro obiettivo di difendere i diritti della Sardegna contro chi, come la Lega, ci considera Regione di serie B». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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