La Regione Sardegna ha varato la delibera con cui impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge del Governo sull'autonomia differenziata denominata "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'art. 116, terzo comma, della Costituzione".

Il provvedimento è stato approvato in tarda mattinata dalla Giunta di Alessandra Todde.

I principali punti su cui si basa il ricorso alla Corte Costituzionale sono: 1) la legge viola l'art. 116, comma 3 della Costituzione, eccedendo i limiti previsti per l'autonomia differenziata; 2) viola il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, non prevedendo adeguate forme di coinvolgimento delle Regioni nel processo; 3) consente il trasferimento di intere materie alle Regioni, anziché solo di «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia».

Il quarto punto cita invece la delega al Governo per la determinazione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) indicata come «carente di principi e criteri direttivi». Il punto 5 sottolinea il fatto che viola le prerogative delle Regioni a statuto speciale, in particolare della Sardegna. E poi ancora 6) non rispetta le procedure previste dallo Statuto speciale della Sardegna per il trasferimento di funzioni e risorse e 7) rischia di accentuare i divari territoriali e violare i principi di solidarietà e uguaglianza.

Il ricorso argomenta dettagliatamente come questi vizi di costituzionalità ledano le competenze e l'autonomia della Regione Sardegna, e la richiesta è dunque di un annullamento totale o parziale della legge.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata