Pochi giorni fa il suo primo discorso alla Camera dei Deputati dove la bandiera dei Quattro mori può vantare un nuovo esponente. E' Andrea Casu e il suo cognome tradisce una sardità sicura. Anche se è nato a Roma, i suoi genitori sono isolani doc, padre olbiese e madre sassarese.

Papà Antonio e mamma Concetta, dopo gli studi all'università di Sassari dove si conobbero, decisero di emigrare a Roma e qui si stabilirono creando una famiglia con due figli, il neo deputato Andrea e suo fratello Marco, dottore di ricerca in filosofia.

Da tanti anni Antonio Casu, giurista esperto di Tommaso Moro e autore di numerosi volumi, è direttore della Biblioteca della Camera dei Deputati, alto dirigente dell'Amministrazione dello Stato che ha trasmesso ai figli l'amore per le Istituzioni repubblicane e per la politica. La mamma Concetta diventa invece avvocato.

Questo humus viene raccolto da Andrea, classe 1981, da sempre impegnato politicamente nella Capitale, eletto nel 2001 a soli 19 anni nel Municipio Roma 1 nella Margherita, riconfermato nel 2006 nella lista Uniti nell'Ulivo, e poi tra i responsabili dei giovani del Partito Democratico, il nuovo soggetto politico fondato nel 2008 dall'unione di varie esperienze del centro sinistra militante.

Dopo un percorso universitario che lo porta a laurearsi in Scienze dell'Amministrazione e a pubblicare il suo primo saggio "Fare meglio con meno. Nudge per l'amministrazione digitale" nella collana Politica Studi della casa editrice Franco Angeli nel 2016 diventa assessore nel IV Municipio Tiburtino.

Vista la sua passione e l'esperienza maturata sul campo, nel 2017 viene eletto segretario cittadino del PD di Roma ed è tra i protagonisti della campagna elettorale che traghetta verso il trionfo Roberto Gualtieri come Sindaco di Roma.

A coronamento di una carriera esemplare accetta la candidatura nel difficilissimo collegio Primavalle di Roma alle suppletive per Montecitorio assieme ad uno dei big della politica nazionale, il segretario Enrico Letta, che si misura nell’insidiosa partita di Siena.

Entrambi risultano eletti anche se, chiaramente, è il leader del PD a monopolizzare la scena.

Ma anche il successo di Andrea Casu è travolgente e si realizza proprio in quelle periferie che negli ultimi anni avevano sempre voltato le spalle al PD e al centrosinistra: con oltre il 43% dei consensi entra alla Camera dei Deputati e ritorna da Parlamentare in quelle austere stanze dove il padre lo portava, ancora studente, per conoscere la Biblioteca di Montecitorio, uno dei luoghi di cultura e di storia più significativi del panorama italiano.

Come nasce la sua passione per la politica?

“Tra i banchi di scuola, vedevo Roma trasformarsi grazie all'azione del Sindaco Rutelli e mi riconoscevo nella battaglia nazionale di Romano Prodi. Quando cadde il primo Governo dell'Ulivo avevo solo 17 anni ma sentii che dovevo fare di più per difendere le mie idee. Insieme a un caro amico ci interrogammo su quale fosse il partito migliore per farlo e ci accorgemmo che ancora non esisteva: allora scegliemmo i Democratici per costruire anche in Italia un grande Partito Democratico e impegnarci direttamente per la nostra città. Da allora non mi sono mai fermato”.

Arriva in un momento difficile della legislatura. Come vede la situazione politica oggi?

"La fine di questa legislatura coincide con l'inizio del nuovo mondo oltre il Covid. Il virus ha cambiato tutto, anche politicamente non possiamo guardare al dopo pandemia con le categorie che avevamo prima. Per fronteggiare l'emergenza e la crisi nei territori si sono formate reti sociali più forti, nella tragedia abbiamo capito che nessuno si salva da solo, ha vinto la solidarietà, non l'individualismo. Ora la sfida è rendere protagonista della rinascita chi è stato in prima linea nella battaglia per dare vita a una nuova e larga coalizione politica e sociale di centrosinistra, in grado di sconfiggere nel 2023 le destre di Salvini e Meloni. Il nostro segretario Enrico Letta ha scelto di aprire una nuova fase politica attraverso le agorà proprio per costruire una nuova alleanza partendo dai temi e dalle persone. La vittoria alle amministrative dimostra che stiamo camminando nella direzione giusta".

Intanto partite dal grande successo di Roberto Gualtieri, da romano cosa pretenderà dal nuovo sindaco non nei primi 100 giorni ma nei primi 10 giorni?

"E' grazie all'impegno di Roberto Gualtieri da Ministro politico dell'Economia del Governo Conte II che l'Italia ha i 200 miliardi del Pnrr da spendere per la transizione ecologica, digitale e sociale. Un'occasione irripetibile, che non possiamo sprecare. Roberto ha fatto una scelta di amore per Roma, ha le qualità giuste per restituirle il ruolo di Capitale europea e mondiale e curare le ferite profonde che attraversano i nostri quartieri, in particolare in periferia. Dove i problemi sono più grandi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, come è stato negli anni dei grandi Sindaci Petroselli, Rutelli e Veltroni. Nei primi 10 giorni abbiamo già ottenuto alcuni risultati grazie agli emendamenti al DL infrastrutture per siglare una convenzione con Anas contro le buche e sbloccare l'annosa vicenda dell'autostrada Roma Latina".

Raggi attribuì al Presidente Zingaretti la colpa degli ormai celebri cinghiali vaganti nella Città eterna, accusa respinta al mittente. Come giudica l’amministrazione 5 Stelle?

"Roma non è mai stata così sporca, perennemente sull'orlo dell'emergenza sanitaria, con cumuli di rifiuti ovunque. Anche questo spinge cinghiali, gabbiani e altri animali ad invadere le strade in cerca di cibo. Il primo impegno di Gualtieri è pulire la città, collaborando con la Regione che con Nicola Zingaretti è sempre stata in prima linea per fare il bene della città. Ai romani non interessano le polemiche e gli scaricabarile del passato ma le soluzioni nel presente, appena sarà avviata la pulizia straordinaria anche nelle strade che nessuno pulisce più da tempo, vedrete che vedremo anche più persone e meno cinghiali in giro sui nostri marciapiedi".

I problemi sul tappeto sono tantissimi. Iniziamo dalle pensioni. Lei è un giovane che ha un orizzonte lavorativo di quasi trent'anni davanti a sé. Cosa chiede al Governo dai banchi della maggioranza?

"Sulle pensioni la posizione del PD è chiara e l'ha espressa il nostro segretario Letta attraverso tre parole chiave: donne, giovani e lavori usuranti. Dobbiamo pensare sia ai pensionati di oggi che a quelli di domani. Io mi riconosco in pieno in questa linea".

Sta per essere varata la nuova legge di Bilancio. 

"Nella nuova legge di Bilancio ci stiamo battendo come Partito Democratico per aumentare i finanziamenti sulle priorità strategiche del paese e consolidare la coesione sociale investendo su salute, istruzione, lavoro e sostenibilità, con un'attenzione sempre speciale verso le donne i più giovani. Il potenziamento dei fondi sulla cultura annunciato dal Ministro Franceschini sarà fondamentale e toccherà tutti i settori e i territori, dal cinema e lo spettacolo alla tutela del patrimonio culturale, dal contrasto dello spopolamento dei borghi fino alla proroga del bonus facciate".

Il ddl Zan sull'omotransfobia è stato bocciato. Cosa non ha funzionato nella strategia del suo partito?

"È stata una pagina nera per la democrazia. La maggioranza dei Senatori non si è limitata a bocciare il ddl Zan, ha scelto di nascondersi dietro al voto segreto con l'obiettivo di far saltare il banco nonostante le aperture fatte dal Segretario Letta. L'applauso sgangherato che è seguito al voto dimostra che da parte delle destre non c'è mai stata alcuna volontà di dialogo. La battaglia per i diritti e contro ogni forma di odio e discriminazione non si ferma, le reazioni di queste ore dimostrano che la società italiana è molto più avanti del Parlamento".

Di recente è stato discusso nell'aula il provvedimento per il riconoscimento dell'insularità in Costituzione. Si riuscirà entro la fine della legislatura a portare a casa questo storico risultato attivato da una grande mobilitazione dei sardi?

"Il risultato storico per cui dobbiamo batterci è garantire che al riconoscimento dell'insularità corrispondano interventi concreti per offrire a tutte le cittadine e cittadini gli stessi livelli di prestazione per tutti i servizi, dai costi dei trasporti a quelli dell'energia. Le norme non possono prescindere dalla geografia, vivere in un'isola comporta degli svantaggi oggettivi di cui l'ordinamento deve tenere conto".

Le sembra giusto che un qualunque italiano della Penisola o della Sicilia per arrivare in Sardegna in vacanza, emigrati inclusi e quindi anche lei, partendo da Roma o Milano debba spendere 3 volte di più di un sardo residente, come è successo fino al 15 ottobre scorso?

"Sul tema della continuità territoriale, sia aerea che marittima, è necessario un intervento sempre nella direzione di garantire a tutti i cittadini il diritto agli stessi livelli di servizi. E' una responsabilità che riguarda tutti, dalla Regione all'Europa. So che il coordinatore nazionale Marco Meloni e tutti i parlamentari sardi del PD sono in prima linea nella battaglia e io sono entrato in Commissione Trasporti anche per dare man forte".

Lei tifa Torino mentre Andrea Marcucci da Palazzo Madama fa sventolare la bandiera del Cagliari. C'è qualcosa che non va?

"Mi sono innamorato dei colori granata da bambino, e non li ho mai traditi. Dalla mia fede calcistica ho imparato che nella vita come in campo prima del risultato, che non dipende mai solo da te, conta sempre l'impegno. Se ce la metti tutta e giochi con il cuore non perdi mai".

Quando torna in Sardegna cosa cerca nell'Isola?

"Quella sensazione che provi in traghetto o in aereo quando ancora non vedi la terra ma già senti che qualcosa è cambiato nell'aria, quel profumo e quel silenzio vivo che ti fa sempre compagnia, anche quando sei da solo. Soltanto chi porta dentro di sé un pezzo di Sardegna può capire a cosa mi riferisco".

L.P.

© Riproduzione riservata