I n questi giorni di forte scoramento e di diffusi timori per via d'una crisi economica dagli effetti che s'annunciano devastanti per l'intero Paese, e in particolare per la nostra Sardegna, ritorna d'attualità una domanda: ma dove è finita quella borghesia produttiva che un secolo e mezzo fa fu autrice illuminata e guida coraggiosa del suo risveglio economico e del suo incamminarsi verso la modernità, ed a cui anni dopo si dovette il miracolo d'una eccellente ripresa dopo i devastanti disastri di una guerra malamente perduta sia sul fronte militare che su quello della coesione interna? Perché, ci si domanda ancora, non troviamo più dalle nostre parti, per fare degli esempi, dei Pernis, dei Guiso-Gallisai, dei Capra o dei Trois che si pongano alla guida d'una borghesia imprenditrice d'eccellenza?

Queste due domande propongono un problema che è divenuto centrale per chi intenda rendersi conto di un declino che va segnando negativamente questi ultimi quattro o cinque decenni della nostra storia sociale in Italia: l'assenza di una valida borghesia produttiva. Non a caso, il fatto ha dato vita ad un acceso dibattito aperto da un lucido editoriale di Ferruccio De Bortoli sul Corriere della sera. (...)

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