E state 1999. Uno studente universitario presso la facoltà di Filosofia sta preparando con cura una valigia. Dentro ci sono scarpe e abiti eleganti ben piegati per un'occasione davvero speciale: più unica che rara. Sembra una favola, una storia impossibile: invece è realtà. Il suo libro d'esordio - una raccolta di racconti - è stata candidata al premio Strega e, domani, nel chiostro del Bramante, a Roma, avranno luogo le votazioni che decreteranno i cinque finalisti. Non ha aspettative. Non ha speranze. In gara ci sono scrittori affermati e famosi come Dacia Maraini e Marcello Fois. Che speranze può avere lui: giovane ventiquattrenne ad un premio letterario che è sempre stato avaro con la sua terra e che soltanto Giuseppe Dessì - fra gli scrittori sardi - riuscì a vincere con il suo capolavoro “Paese d'ombre”?

Era il 1972 e lui non era nemmeno nato.

Oggi, però, all'aeroporto di Elmas parenti e amici lo salutano orgogliosi.

Poco più tardi, a bordo del trenino che da Fiumicino conduce alla stazione Termini, il ragazzo legge con emozione il suo nome sul Corriere della Sera. Non vede l'ora di arrivare in albergo per raccontarlo ai suoi genitori.

La sera, nel chiostro del Bramante, a votazione ultimata, l'urna con i 400 voti appena espressi viene aperta da Enzo Siciliano che, ad uno ad uno, legge i nomi dei votati: Maraini, Fois, Maraini, Montesano, Maraini….

Alla fine, contro tutte le previsioni, il miracolo accade. Lui è tra i finalisti del Premio Strega. Subito, una telecamera del TG1 gli si avvicina e un giornalista che, finora, lui aveva soltanto visto in televisione lo intervista.

«Cosa prova in questo momento?» gli domanda a bruciapelo il giornalista.

È l'inizio di un sogno che ha cambiato una vita.
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