U no dei più bei ritratti di Cagliari è opera del pittore dorgalese Pietro Mele, nato nel 1914 e scomparso nel 1989. I suoi quadri, tutti, erano custodi di eleganza: soprattutto quelli d'influenza impressionista. Paesaggi e mandorleti che i collezionisti si contendono. Il ritratto di Cagliari, in particolare, è un grande olio su tela che occupa una superficie di quasi sei metri quadrati: una maniera poco ortodossa di riferire le dimensioni di un dipinto, ma abbastanza efficace per aiutare il lettore a figurarsene la magnitudine.

In questo quadro, che si trova nell'aula consiliare del Comune di Dorgali, la nostra Cagliari sembra, sullo sfondo, un luogo senza tempo, arroccato: con le sue facciate, le sue torri e le sue cupole tanto distinte quanto misteriosamente amalgamate insieme da un gioco cromatico di colori pastello.

Il mare è calmo, sereno, popolato di piccole barche a vela.

In primo piano, su una banchina, ci sono cinque figure: una donna che tiene in braccio un pargolo, una bambina dai lunghi capelli biondi e due pescatori intenti a smistare il pescato in due gerle. Nell'una vengono accumulati i ricci. Nell'altra triglie, muggini e varie creature del mare.

A colpire, a ipnotizzare, è la serenità che l'opera trasmette all'animo.

Tutto è in movimento, ma è anche statico. Soltanto il neonato ci guarda e ci invita a entrare nella storia, mentre gli altri protagonisti interagiscono fra loro.

Fiera dei filari di palme che la ingentiliscono, Cagliari, con la sua piccola imponenza, è lì: così come Pietro Mele l'ha vista, piena di storture e traballamenti, ma proprio per questo simile a noi che la abitiamo.

Un luogo che sa proteggersi e incantare: baciato dal mare e privato dell'azzurro del cielo che è stato dipinto color oro: come fosse l'interno di una cupola e il quadro, tutto, una palla di cristallo protetta da uno vetro impermeabile al trascorrere del tempo.
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