T roppe cose il tempo ingoia: travolgendole nel suo scorrere. Capita anche con le poesie. Parole nate sagge, amate e scelte con l'ambizione di restare. Come i versi della poetessa cagliaritana Maura Cambuli: scomparsi quasi del tutto. La sua raccolta di poesie “Tempo padrone” - pubblicata ormai vent'anni fa - non si trova più nemmeno online. «Attualmente l'articolo è esaurito, fuori catalogo o non acquistabile».

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Perché - va detto - molte poesie della cittadina del mondo Maura Cambuli - sono state composte anche in inglese e in francese, oltre che in italiano.

Medico, docente universitario sia in Italia che in Canada, Maura Cambuli pubblicò la sua raccolta di versi “Tempo Padrone” per una casa editrice fiorentina.

«For Robert no tears, / no tears for him. / He found love / peace everything. /Also no tears / for Martin and John: / they need nothing. / My tears for Killers. / They have no love / they have nothing».

Affilate, evocative e potenti, le parole di Maura Cambuli - ritratta nella copertina del libro all'età di quindici anni - meriterebbero di essere riscoperte e di restare.

Ma sono tempi duri per la poesia. Per tutto ciò che ambisce a esplorare gli abissi dell'anima.

Distratti, disorientati e con una soglia dell'attenzione sempre più bassa stiamo perdendo la nostra letteratura: e troppo spesso confondiamo il platino con la plastica.

«Il trucco in faccia, quelli / della protesta urlata / e scritta sugli striscioni / saltano a mano presa / a ritmo tamburino. / Ma da parte dei passanti / è sdegno o indifferenza / per non gaie mascherate / fuori tempo». Scrisse Maura Cambuli. E noi, oggi, qui, leggendo queste parole, restituiamo loro la dignità che meritano: offrendo a esse nuova linfa, rendendole parte di questo eterno momento presente.
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