S i erano conosciuti così. Lui frequentava la quarta ginnasiale del Liceo Dettori. Una mattina, durante l'interminabile ora di matematica - mentre l'attempata professoressa Fernanda Cocco spiegava i misteri dei numeri indossando una gonna in pelle nera e un rossetto vistoso - il ragazzo fece con la matita un disegno sul banco.

Poche ore più tardi, durante il turno pomeridiano, quello stesso banco ospitò Francesca. Anche lei probabilmente si annoiava. «Bel disegno», scrisse.

Cominciò così un lungo scambio di lettere, quotidianamente scritte a matita sul banco, romanticamente attese e pazientemente cancellate con la gomma per fare spazio a nuove parole. Sembra una storia da Libro Cuore. Invece accadeva a Cagliari nel 1990, poco prima che i telefonini e internet cambiassero radicalmente il modo di comunicare delle persone e - dunque - anche la maniera di conoscersi.

Occorse pazienza. Ci vollero intere settimane di corteggiamento. Ma, alla fine, Francesca accettò di incontrare il misterioso ragazzo del quale si era innamorata - pur senza averlo mai visto - attratta, soltanto dalle sue parole.

Di persona si piacquero e, così, decisero di andare a vedere “Edward mani di forbice” al cinema Ariston, accanto a piazza della Repubblica.

Entrambi erano un po' nervosi perché nessuno dei due - a 13 anni - aveva ancora dato il primo bacio. Lo spettacolo della domenica pomeriggio (l'unico per il quale erano liberi entrambi) era affollatissimo. Per non dare nell'occhio, decisero di sedersi nelle ultime file della sala uno. E solo quando - a conclusione del loro tormentato innamoramento - Winona Ryder e Johnny Depp trovarono il coraggio di baciarsi, finalmente lo fecero anche loro: senza immaginare che il ricordo di quel momento si sarebbe mantenuto intatto e perfettamente cristallizzato, per i decenni a venire, nei più privilegiati meandri della memoria.
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