N el 2014 lo scrittore spagnolo Pablo d'Ors - professore di drammaturgia e teologia presso la Pontificia Università di Salamanca - soggiornò nella nostra città per raccogliere il materiale necessario a scrivere un nuovo racconto inedito che, presto, avrebbe arricchito una già folta e apprezzata produzione letteraria. Durante la sua permanenza in Sardegna immaginò che il mare di Cagliari fosse capace di indurre, in chi lo guardava dalla spiaggia del Poetto, una trance suicida. E cominciò il suo racconto scrivendo: «Quando guardava il mare, Elena Locatelli restava a bocca aperta e con lo sguardo perso, come inebetita. Se non la risvegliavano poteva rimanere in quello stato per ore. Probabilmente per giorni, anche se questo non lo si è mai potuto verificare».

Il protagonista del racconto “La chiamata del mare” - pubblicato a cura del Thotel in italiano e in inglese - è un medico di stanza a Cagliari. È lui a dover dirimere il mistero di un mare che ipnotizza e che, come un magnete, chiama a sé le persone portandole a nuotare a perdifiato, fino a perdersi per sempre oltre la linea dell'orizzonte.

Travolto dal rompicapo, il medico chiede aiuto al dottor Hassel (un suo collega più esperto) il quale ipotizza: «Da secoli le coste della Sardegna mietono vittime. Oltre ai bagnanti che affogano, cosa ci impedisce di pensare che sia il mare, con ciò che si nasconde nei suoi fondali a emettere un richiamo a cui le vittime obbediscono come Ulisse alle Sirene»?

Gli interrogativi si sommano, il mistero si infittisce. Elena Locatelli, la protagonista obesa del racconto si trasforma in un rompicapo d'impossibile soluzione: resta muta, sulla spiaggia, con un sorriso lieve e enigmatico: «È afflitta dal mal di Cagliari. Quell'esigenza così umana di fondersi con l'orizzonte e di interrompere il flusso delle cose. Quell'esigenza di mettere una volta per tutte il punto finale».
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