N on guardate le apparenze: i gialloverdi vanno studiati, per poter essere capiti, con criteri 2.0 rispetto agli standard tradizionali della politica. Lega e M5s sono divisi su Maduro, ovviamente, ma almeno lui è lontano. E poi sono divisi sulla Tav, e in modo addirittura coreografico: gli uni dal governo, chiusi nel ministero ad ostacolarla, e gli altri sempre dal governo, ma schierati in piazza a contestarla.

E poi i due movimenti sono separati in casa sul Reddito di cittadinanza, al punto che Di Maio e Conte lo rivendicano mostrando un cartello, mentre ovviamente Salvini - proprio al loro fianco - lo contesta mostrandone un altro. E quindi divisi sulle grandi opere, e infine (perché no?) divisi drasticamente sulle trivelle. I due amici-nemici sono in lotta, infine - e non potrebbe essere altrimenti - persino sull'autorizzazione al tribunale dei ministri per l'inchiesta che ha coinvolto Salvini sulla nave Diciotti.

Ho già scritto che queste divisioni sono cosi plateali che non vanno prese alla lettera, ma piuttosto vanno capite. Nella prima e nella seconda repubblica un altro governo - sottoposto a tali tensioni - sarebbe già esploso. Mentre nella terza, quella che stiamo scoprendo in queste ore, i gialloverdi si combattono ma allo stesso collaborano alacremente, si insultano violentemente, su tutti i temi, ma poi si scambiano affettuosamente emoticon, sui telefonini. E fateci caso: ogni volta che si arriva alla fine dell'imbuto, ovvero nel punto di non ritorno, i due duellanti finiscono spalla contro spalla difendendosi l'un l'altro contro il resto del mondo. (...)

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