V edi alla voce tasse. Ci sono in questa manovra una cosa sbagliata di cui si è parlato poco, e una cosa buona (e intelligente) di cui si è parlato pochissimo: meritano di essere approfondite entrambe, per capire cosa producono le scelte del governo, in che direzione si va.

I media e i social, comprensibilmente attratti e intrigati dalla disputa con l'Europa su Reddito di Cittadinanza e Quota 100, infatti, hanno tenuto relativamente in ombra il fatto che il condono alla fine si sia fatto, e non solo sotto l'ombra buia di un potenziale conflitto di interessi (quello sul papà di Luigi di Maio), ma - anche - concedendo l'ennesimo generoso regalo a chi in questi anni non ha pagato le tasse. La cosa incredibile è che le cifre ancora ballino, e che ci sia incertezza sulle percentuali che alla fine saranno fissate dal governo nella versione finale del provvedimento.

La voce più ricorrente riguarda la presenza di tre diverse aliquote da pagare per potersi mettere in regola: 6%, 15%, 25% o 30% (che scattano in modo progressivo rispetto all'Isee di chi si paga). Non è ancora chiaro - però - come queste quote saranno esattamente ripartite. Mentre i crediti che si potranno condonare (in modo tombale) avranno un tetto, che per fortuna, e per due buoni motivi, non sarà più di 100 mila euro, come era previsto in origine.

Il primo elemento che ha abbassato la quota sono le tante provvidenziali proteste che sono arrivate in questi mesi. (...)

SEGUE A PAGINA 46
© Riproduzione riservata