L a cosa curiosa, nella guerra politico-mediatico-giudiziaria dei due capitani - Carola e Matteo - è che quella che ha i gradi veri è una ragazza tedesca di trent'anni. Mentre l'altro - invece - come è noto è il ministro dell'interno. Il punto di partenza è già un incrocio pericoloso di biografie tra due traiettorie contrapposte e antitetiche.

La cosa paradossale, in questa guerra dei due capitani che si scambiano di ruolo e si combattono a suon di insulti e atti di forza, è che Matteo Salvini probabilmente perderà la battaglia della Seawatch 3 già nelle prossime ore, mentre Carola quasi certamente perderà la guerra, nelle prossime settimane. Il leader della Lega, infatti, questa sera - o al massimo domani - dovrà subire l'esito che si proponeva di evitare ad ogni costo: lo sbarco a terra dei 43 migranti raccolti in mare dalla Sea Watch. Ma il capitano Carola pagherà un prezzo salatissimo, entrando dentro un calvario che è già cominciato con gli accertamenti delle autorità di polizia: l'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

La attende il processo, ma soprattutto, la Ong e la sua capitana subiranno la pena più grave: il sequestro della nave. Che si aggiunge, fra l'altro, al sequestro di Mediterranea, l'altra nave di una Ong che ha operato l'ultimo salvataggio e lo sbarco (Salvini l'aveva ribattezzata con sprezzo “la nave dei centri sociali”). L'intero equipaggio di Mediterranea da quel giorno è sotto inchiesta, e quello nuovo aspetta di partire ma non può, perché Mediterranea è ancorata dai magistrati. (...)

SEGUE A PAGINA 12
© Riproduzione riservata