C i riprovano oggi, se i nubifragi sul Salento concederanno una tregua. Lecce-Cagliari è cominciata idealmente ieri e solo questo pomeriggio, novanta minuti dopo le 15, si chiuderà, dopo quindici interminabili giorni di attesa. Non è pioggia, quella che si è abbattuta sulla Puglia, ma qualcosa di più, una bomba d'acqua che tuttavia ha mostrato, in diretta tv, quanto sia inadeguata la prevenzione dei nostri stadi per evitare rinvii, disagi, cancellazioni e spese in più (per i tifosi), quando piove, tanto, ma è pur sempre pioggia.

Ieri sera il Cagliari non voleva giocare. Per completare l'opera di riaggancio alle romane, i rossoblù avrebbero voluto un terreno praticabile, dove mostrare tutta la tecnica e la forza mentale che in questo momento il gruppo di Maran esprime. Un campo di Serie A, non una risaia impossibile. Di contro, “chiudere” subito il discorso già ieri notte, cercando di rimettere a posto la classifica, avrebbe permesso alla squadra di Maran di andare a dormire con un carico di certezze in più. Questo è lo scenario, in un fine settimana dove le due regine - Juventus e Inter - si sono prese a colpi di gol e vittorie. Mentre Lazio e Roma, ieri pomeriggio, hanno spinto sull'acceleratore lanciando segnali chiari al torneo: noi ci siamo.

Peccato, sussurra il tifoso, chiudere la domenica con una battaglia di fango e sudore avrebbe concluso un po' meglio queste due settimane infernali senza pallone. E per quei tifosi - “eroi” li ha chiamati ieri il direttore del Cagliari Passetti - che ieri notte a Lecce hanno cantato sotto la pioggia, la squadra cercherà di santificare il lunedì. Ore 15, palla al centro.
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