R imandato. Il Cagliari ha provato a bussare alla porta dei piani alti, ricevendo solo spallate e salvandosi faticosamente da un pericoloso scivolone verso il basso. Spal, Torino e Frosinone, tre tentativi di fare un salto dove l'aria è più pura ma con risultati non straordinari, oppure molto buoni se consideriamo preziosissimi quei tre punti in tre gare. Arrivati sempre con affanno, in rimonta, dopo sbandamenti e disattenzioni. Non proprio quel salto di qualità che aspettavamo, dopo aver capito che il progetto di Maran poteva essere quello giusto per non accontentarsi solo di un posto nella prossima Serie A.

Il Cagliari resta nella terra di mezzo, a poca distanza dalle pericolanti (il Bologna è a 11, meno 5 dai rossoblù) ma con lo stesso distacco anche dall'ultimo posto utile per l'Europa League, dove c'è un non irresistibile Torino a quota 21. Continuiamo a chiederci cosa sarebbe potuto essere e non è stato: con la Spal il doppio svantaggio era sicuramente evitabile, vista la superiorità espressa subito dopo; con il Torino nessun gol ma tanta paura, con Cragno assoluto protagonista: quindi la partita a Frosinone, dove la superiorità è stata evidente, a tratti, ma senza un portiere come quello che schiera il Cagliari, saremmo qui a commentare un altro tipo di scenario.

Nulla di grave, la squadra costruita in estate da Giulini e Carli e affidata a Maran naviga in acque tranquille ma è evidente un calo - o magari un'involuzione - che non può essere causata solo dall'assenza, recente, di Castro (...).

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