N on è certo la serata ideale per dare la svolta. Non è l'avversaria migliore per cercare un'impresa. Stabilito questo, il Cagliari deve dare un segnale, forte e chiaro, al campionato. Magari guardandosi allo specchio, regalandosi una botta di autostima nella sfida più importante dell'anno, contro la prima della classe. Il Milan viaggia sull'entusiasmo, su un gioco che piace e soprattutto rende, giovani di altissima qualità e lì davanti un anziano signore che rende tutto più semplice, se la palla arriva dalle sue parti. È contro Ibrahimovic, ma soprattutto contro la sindrome della sconfitta - sono quattro consecutive, cinque con la Coppa, nove fino a oggi - che il Cagliari deve combattere, stasera, ancora una volta senza la gente rossoblù ma con una scelta in più, per Di Francesco. La società gli ha regalato un “suo” uomo, l'italo ghanese Alfred Duncan, una storia affascinante alle spalle e un sinistro educato da mettere al servizio dei compagni, in mezzo al campo. DiFra lo ha avuto al Sassuolo ed è un'altra attestazione di fiducia, da parte del club, verso un allenatore che anche ieri ha ribadito di essere certo che arriveranno riscatto e risultati.

La piazza ribolle di delusione e restare lontani dalla bomboniera di Sant'Elia raddoppia la frustrazione del tifoso, che non sente la temperatura della squadra e ha bisogno di quelle sensazioni che la tv non riesce a darti. A proposito dell'allenatore, anche ieri sono arrivati messaggi chiari: ai senatori, i big - facile individuarli - a cui si chiede di battere un bel colpo. (...)

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