U n pensiero stupendo, scrive il nostro Fabiano Gaggini, con la gente che lentamente lascia le tribune del “Grande Torino”. Il pensiero era quello di portarsi via la cassa, da quello stadio, e a un certo punto è sembrata proprio un'impresa possibile. Succede che il campionato volga al termine e una squadra, più di tante altre, stia raccogliendo finalmente il risultato di un lavoro oscuro, fino a poche settimane fa poco premiato dai punti e dalle prestazioni, dopo essere stata decimata da infortuni e (normali) cali di tensione. Il Cagliari targato Maran è passato dalla tempesta invernale, con la panchina che a un certo punto sembrava perfino in bilico, all'equilibrio di inizio primavera fino al festoso clima da battaglia di ieri. Colpo su colpo, dopo la vittoria con il Chievo l'allegra brigata ci ha provato anche a Torino, contro simpatia Mazzarri e il suo tradizionale show a bordo campo. Questione di mentalità, ma non solo, perché non puoi inventarti una strategia vincente lontano dall'energia della Sardegna Arena se non hai le persone giuste. Ieri la solidità di Klavan, la sicurezza di Cragno, il cinismo di Pavoletti e perfino la carica di un rigenerato Cerri - fra gli altri - hanno prodotto una prova da non dimenticare. La squadra c'è, come si usa dire, e lo ripetiamo: questo organico, quando è al completo, vale un paio di gradini in più e perché non conquistarli, fin da sabato sera, a proposito di pensieri stupendi? Il Cagliari giocherà senza Barella: un giocatore si vede dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia, lui ha tutto, compreso un carattere da sardo. Bello tosto.
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