N ella notte scintillante di Milano, una certezza: il Cagliari è rimasto al buio. Una squadra sballottata, a tratti imbarazzante per il peso ininfluente sulla gara. Il calcio è impietoso, se sei così impalpabile, davanti a un complesso che Gattuso ha plasmato a sua immagine. Mettici anche la qualità e allora il Milan deriso fino a poco tempo fa, ora corre per la Champions. Il nono gol preso nei primi quindici minuti di gara - e non è la lacuna peggiore - fanno del Cagliari una squadra che parte spesso con l'handicap. Tremendo, se giochi a Milano, con il pubblico che ti sta addosso e tutto il resto. Nei momenti che contano, quelli dove puoi ancora risistemare una partita che sta volando via, uno dei leader - Ceppitelli - è sembrato talmente in confusione che ti viene da pensare di tutto. Palloni passati all'indietro con l'attaccante avversario che ringrazia, dall'altra parte palle invitanti finite in tribuna. Il Cagliari è questo, oggi.

Maran, coraggioso nel cambiare faccia a una squadra in piena crisi, non sa proprio a chi rivolgersi. Tre a zero anche ieri sera, tre i punti che separano il Cagliari dalle pericolanti, tre le sconfitte consecutive, zero i gol fatti negli ultimi 180 minuti, buio e poco altro. Da dove ripartire? A cosa aggrapparsi? La società ha messo un po' di soldi sul mercato e uno dei nuovi, il giovane Pellegrini, sembra almeno sul piano della corsa uno presentabile. Tra infortuni, cali e sbandamenti, è il momento dei leader, del gruppo, se esiste. Dessena e Sau sono dall'altra parte del mare, Srna ci sta provando, Barella trascina quanto può. Sabato, intanto, arriva il Parma: all'Arena è il momento di rispondere.
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